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18 | Capitolo terzo |
— Sarò forte quel giorno e preparata alla prova terribile.
— Quando partirai?...
— Appena Sheu-Kin e Pram-Li avranno trovata una nave in partenza per Mindanao.
— E credi tu, che gli spagnuoli ti permetteranno di lasciare tranquillamente Manilla?...
— Gli spagnuoli!... — esclamò la giovane chinese, impallidendo.
— Dimentichi tu che la sorella di Hang era una delle più fiere ribelli e che valeva più d’uno dei più famosi capi dell’insurrezione?...
— Essi ignorano che io sia viva ancora.
— Sanno invece che la ferita non è stata mortale.
— Nessuno mi ha veduta venire qui.
— T’inganni: guarda!... —
Il capo del Giglio d’acqua aveva aperte lentamente le tende, che Sheu-Kin aveva abbassate ed aveva indicato il molo di Binondo.
Than-Kiù, spinta dalla curiosità, si curvò sul davanzale e vide, fermi dinanzi alla casa, due uomini che riconobbe subito per due gendarmi.
— Spiata!... — mormorò, ritirandosi prontamente. — Grande Budda!... Non bastava loro d’avermi quasi uccisa!...
— Sì, sei sorvegliata, — disse Hong, — e questi uomini non attendono altro che tu sia guarita per arrestarti, processarti e condannarti alla deportazione alle isole Marianne, o alle Caroline od a Yolo.
— Io fuggirò prima che mi arrestino.
— Te lo impediranno.
— Cosa mi consigli di fare?...
— Lasciarti arrestare.
— E poi?...
— Penserà il Giglio d’acqua a salvarti.
— In quale modo?...
— Lo saprai più tardi, ma io metterò una condizione.
— Quale?...
— Che tu rinunci a Romero e che tu riprenda le armi nelle file degli insorti.
— No, Hong; non mi strapperai mai questa promessa.
— Allora ti arresteranno.
— Fuggirò.
— Lo vedremo. —
Hong si era alzato e si era rimesso in capo l’ampio cappello di fibre di rotang, come se si preparasse ad uscire, ma dopo d’aver fatto due passi verso la porta, si volse verso Than-Kiù, dicendo:
— Sei proprio decisa ad imbarcarti?...