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Il passaggio del Bacat 213


pure molto lungo e le penne grigiastre sul dorso e bianco-sporche sotto il ventre; dei chionis, specie di colombe, un po’ più grosse delle nostre, colle penne biancastre; delle bellissime kakatoe candidissime, alcune col ciuffo rosso ed altre, più grandi, d’un rosso scarlatto.

Non mancavano gli uccelli rapaci, rappresentati da bruttissimi falchi, probabilmente dei podargus, colla testa grossa, il becco corto e largo quanto la bocca d’un fanciullo, ed il corpo irto di penne grigiastre di pessimo effetto.

Mancavano invece assolutamente i quadrumani e gli animali, con molto rincrescimento di Hong, il quale avrebbe voluto procurarsi una buona colazione, tanto più che nella loro precipitosa fuga avevano abbandonato nella galleria, non solo le frutta, ma anche l’argo e le due colombe.

A mezzodì, dopo d’aver percorso oltre trenta chilometri, la zattera giungeva ad una piccola cascata, la quale intercettava assolutamente il passaggio.

Con una barca non sarebbe stato difficile scendere; con un simile galleggiante non vi era da pensarci, essendo i passaggi aperti fra le rocce troppo stretti.

— Bisognerà smontare la zattera, — disse Hong, assai contrariato da quell’ostacolo imprevisto.

— Non è necessario, — disse Vindhit a cui Pram-Li aveva tradotto quelle parole.

— E perchè? — domandò il malese.

— Siamo già a buon punto.

— Cosa vuoi dire?

— Che è inutile continuare la navigazione. Marciando rapidamente attraverso ai boschi, noi potremo tagliare la via ai cacciatori di teste. Con questa corsa sul fiume abbiamo evitato le montagne, le quali costringono a fare un lungo giro per giungere al villaggio.

— Sei certo di quanto asserisci?

— Conosco il paese, — disse il giovane selvaggio.

— Allora sbarchiamo.

Spinsero la zattera verso la riva destra, ed il drappello prese terra sul margine d’un immenso bosco di tek.

— Prima di metterci in marcia, cerchiamo di procurarci la colazione, — disse Hong. — Siamo a digiuno da ieri.

— Sì, vengo, Hong, — disse Pram-Li.

— Condurremo con noi anche Vindhit. Ci sarà di grande aiuto. —

Mentre Than-Kiù si sdraiava all’ombra di un grand’albero per riposare qualche ora, e Sheu-Kin si metteva in sentinella presso la