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202 | Capitolo ventisettesimo |
— Bel doppietto!... — esclamò Sheu-Kin, il quale era subito accorso per aiutare i compagni.
Hong gli rispose con un grido di rabbia.
Aveva veduto guizzare una viva fiamma in fondo alle erbe arrampicanti che coprivano i fianchi della roccia e sprigionarsi una nuvola di fumo.
— I briganti!... — esclamò. — Ci affumicano!...
Quasi nell’istesso momento si sentì prendere alla gola da un bruciore insopportabile, mentre i suoi compagni si portavano le mani agli occhi.
— Per la torre di Nankin!... — gridò Sheu-Kin. — Mi pare di aver perduto la vista!...
— Corpo di cento coccodrilli!... — esclamò Pram-Li, gettandosi vivamente indietro. — Cosa brucia sotto di noi?... —
Un fumo acre, puzzolente, soffocante, che rovinava la gola e gli occhi, saliva dalle scogliere, mentre la cortina di piante arrampicanti, già secca, abbruciando sviluppava un calore così intenso da non poter resistere.
Hong e i suoi compagni, mezzi asfissiati e mezzi acciecati si erano gettati indietro, respingendo Tiguma e Than-Kiù che si erano slanciati in loro aiuto.
— Fuggite!... — gridò Hong.
— Che cosa avvampa?... — chiese la giovane chinese la quale cominciava a tossire.
— Io non lo so. Fuggiamo nella caverna o ci asfissieranno. —
Raccolsero in fretta i rami resinosi, le colombe, l’argo e le frutta, e fuggirono a precipizio mentre le prime ondate di fumo, sospinte dal vento esterno, si cacciavano lentamente nella galleria.
Quando giunsero nell’ultima caverna, s’arrestarono vicino al buco per poter respirare più liberamente.
— Cos’è adunque successo?... — chiese Than-Kiù.
— Quei malandrini cercano di soffocarci, — rispose Hong. — Hanno acceso dei fastelli di legna, i quali hanno comunicato il fuoco alle piante arrampicanti.
— E quell’acre odore che ci bruciava gli occhi, da cosa proveniva? — chiese Pram-Li a Tiguma.
— Da alcune foglie di cumakru, — rispose il selvaggio.
— Cos’è questo cumakru?
— Un cespuglio le cui foglie, abbruciando, sprigionano un odore così acre da non poter resistere un solo minuto.
— All’inferno quei furfanti!...
— Fortunatamente v’è questa grotta; diversamente non avremmo potuto rimanere a lungo nella galleria.