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Cos'era avvenuto dei superstiti della cannoniera 183


nell’anima del Fiore delle perle, mentre avrebbe dovuto essere lieta per la prossima salvezza dell’uomo che da tanto tempo avevano invano cercato.

Anche Hong sembrava meditabondo e preoccupato. Forse pensava all’imminente incontro della sua fidanzata con Romero e si sentiva invadere da vaghi timori; forse aveva paura d’un improvviso risveglio dell’affetto di Than-Kiù per quell’uomo, che un tempo ella aveva così ardentemente amato.

Verso la mezzanotte, dopo una marcia assai rapida di quattro ore, si arrestavano sulle rive d’un corso d’acqua, d’un affluente del Bacat, per prendere un po’ di riposo.

Tiguma, Pram-Li e Sheu-Kin vollero approfittare di quella fermata per recarsi alla caccia delle tartarughe, avendo detto il giovane igoroto che in quel luogo abbondavano.

Than-Kiù si era intanto seduta sulla riva del fiume, appoggiata al tronco d’un superbo palmizio, come se volesse approfittare di quella sosta per prendere un po’ di sonno. Hong, in piedi a pochi passi da lei, appoggiato alla sua carabina, vegliava. Ma era sempre meditabondo ed in preda a vive inquietudini.

I suoi sguardi non si staccavano un solo istante dal giovane Fiore delle perle, come se volesse indovinare i pensieri che tormentavano la povera fanciulla, essendo egli convinto che non dormisse.

Infatti, guardandola attentamente, vedeva il corpo di lei agitato da un impercettibile tremito convulso e udiva, ad intervalli, un leggier tintinnìo dei braccialetti d’oro che portava ai polsi.

Hong le si era lentamente avvicinato e l’aveva toccata, ma sembrava che la fanciulla non se ne fosse accorta, non essendosi mossa. Allora si curvò su di lei e le sfiorò i lunghi capelli che ella teneva sciolti sulle spalle.

Than-Kiù trasalì, poi si alzò di scatto coi lineamenti contratti; vedendosi dinanzi il chinese si ricompose subito e gli sorrise.

— Ah!... Sei tu, mio valoroso amico, — disse.

— Cos’hai, mia fanciulla?... — chiese Hong, con angoscia. — Tu sei triste, assai triste. Quali tetri pensieri conturbano il piccolo cuore del Fiore delle perle?... È un lontano rimpianto od è una sorda gelosia che ti strazia l’anima?... Parla, fanciulla.

— No, pensavo a mio fratello.

— Ad Hang-Tu?... No, tu menti, Than-Kiù.

Ella lo guardò, esponendo il suo bel viso ai raggi della luna, poi disse con voce lenta:

— È vero, amico; io ho mentito ed ho fatto male a non dire la verità a te, che sei così leale e valoroso.