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Gl'igoroti di Mindanao | 171 |
Il capo si era alzato in preda ad una viva agitazione che invano cercava di nascondere, mentre le donne fuggivano precipitosamente verso le capannucce e gli uomini afferravano le loro lance dalle punte indurite nel fuoco ed i loro archi.
— Cosa succede? — chiese Hong che si era pure alzato.
— Si preparano ad arrostirci, — rispose Pram-Li.
— Ma chi?...
— Il bagani ed i suoi cacciatori di teste.
— Oh!... Sono di già qui, quei furfanti?... — disse Hong, con voce tranquilla. — Invece che tagliare le teste di questi poveri diavoli, faremo scoppiare le loro a colpi di carabina. Il bagani farà la fine di Pandaras o non sarò più il capitano Hong della cavalleria manciura!...
Capitolo XXIV
I cacciatori di teste
Mentre i mandayas si sparpagliavano sui margini della vasta piattaforma dove si vedevano accumulati dei grossi sassi destinati alla difesa, non possedendo altre armi che delle lance e dei bastoni e che una volta lanciati non potevano più riprendere, Hong ed i suoi compagni, unitamente al vecchio capo, si erano spinti verso il luogo dove terminavano i pali che conducevano al villaggio aereo.
Curvi sul vuoto, guardavano attentamente ai piedi degli alberi per cercare di discernere gli assalitori, ma la luna essendo coperta da folti nuvoloni, le tenebre erano così fitte che non permettevano di distinguere cosa alcuna; però tendendo gli orecchi, si udivano dei misteriosi scricchiolìi ed un sommesso bisbigliare. Pareva che il bagani impartisse gli ultimi ordini ai suoi uomini, prima di cominciare l’attacco.
— Saranno molti?... — si chiese Hong, che tormentava il grilletto della sua carabina. — Mi rincrescerebbe rimanere, a battaglia finita, senza munizioni.
— Cercheremo di economizzare i colpi, — disse Than-Kiù.
— Con questa oscurità molte palle andranno perdute.
— Fra poco ci si vedrà, — disse Pram-Li.
— Hai trovato qualche lampada elettrica da proiettare su quelle canaglie?...