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166 Capitolo ventitreesimo


Come quei selvaggi siano riusciti a spargersi su così vasta estensione ed a tali distanze, ancora lo si ignora. Comunque sia sono i più prossimi parenti delle scimmie e pare che formino l’anello di congiunzione fra i quadrumani e la razza umana perfezionata.

Al pari delle fiere, vivono sempre in mezzo alle foreste, nutrendosi di frutta e di selvaggina; s’arrampicano sugli alberi più alti coll’agilità delle scimmie, hanno dimore misere per lo più o non ne hanno affatto, accontentandosi di dormire attorno ad un fuoco acceso nel centro del loro campo; non hanno credenze, non conoscono la civiltà, anzi pare che la sfuggano non amando avere contatto con altri popoli.

È però probabile che l’isolamento di cui cercano circondarsi sia ispirato dalla prudenza poichè quei disgraziati hanno avuto sempre da dolersi delle altre razze, specialmente quelli del Borneo, delle Celebes e di Mindanao che sono cacciati come bestie feroci, come spiriti maligni, e che sono destinati ad arricchire, coi propri crani, le orribili collezioni dei cacciatori di teste.

Il negrito caduto fra le mani di Hong e del malese, vedendo che nessuno pensava a maltrattarlo, si era fatto animo ed aveva osato rivolgere loro qualche parola in una lingua assolutamente incomprensibile.

Pram-Li provò a interrogarlo in malese ed in mindanese e con sua viva soddisfazione capì di essere stato compreso, avendo veduto il selvaggio sorridere e battersi replicatamente il capo, come per accertarsi che non glielo avrebbero tagliato.

— Siamo a buon punto, — disse Pram-Li a Hong. — Con un po’ di pazienza riusciremo ad intenderci.

— Non desidero di meglio, — rispose Hong. — Se riusciamo a farcene un amico, credo che avremo tutto da guadagnare. Continua, Pram-Li. —

Fra il selvaggio ed il malese, non senza fatica, s’impegnò tosto il seguente dialogo:

— È lontana la tua tribù?...

— No, — rispose il negrito. — Si trova in mezzo alla foresta.

— È numerosa?...

— Quindici famiglie accampate sugli alberi.

— In un villaggio aereo?...

— Sì, sì.

— Cosa cercavi qui?... Della selvaggina, forse?...

— No, le spie del bagani Matutu.

— Cos’è questo bagani?...

— Uno spietato cacciatore di teste, che possiede già qualche centinaio di crani di Mandayas, di Bagobos, di Guiagos e di Bisagas.