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La pantera nera | 161 |
Hong e Than-Kiù da un lato, Pram-Li ed il giovane chinese dall’altro, attendevano che si mostrasse, tenendo i kampilang alzati.
Passarono alcuni minuti di trepidante aspettativa, senza alcun risultato.
— Per Fo e Confucio!... — esclamò Hong. — Che non si decida ad uscire?... La capanna è nostra e se non si affretta a sloggiare ve la costringeremo, affumicandola.
— Taci, Hong, — disse Than-Kiù, che aveva appoggiato un orecchio alla parete. — Mi pare che si avvicini. —
Hong si curvò innanzi, guardando attraverso i rami spostati, ed i suoi occhi s’incontrarono con quelli della belva. Temendo che si preparasse a uscire, introdusse rapidamente l’arma fra le fessure e vibrò un violento colpo di punta.
La pantera, forse toccata, mandò un urlo e coi potenti artigli si aggrappò ai rami, atterrandoli con una scossa irresistibile.
— Attenta, Than-Kiù!... — gridò Hong.
La belva aveva potuto ottenere uno spazio sufficiente per passare. Ratta come un fulmine si scagliò innanzi col pelame irto e la sanguinosa bocca aperta, pronta a mordere.
Hong e Than-Kiù si erano prontamente tirati da un lato per non venire travolti, ma pur facendo quella mossa avevano vibrati i kampilang, percuotendo con tutta la forza che possedevano.
La pantera ricevette quei due colpi sul dorso, pure non s’arrestò e fuggì a lena disperata verso gli alberi. Ad un tratto fu veduta cadere, poi rialzarsi tentando di riprendere lo slancio, quindi ricadere, avvoltolandosi furiosamente fra le foglie e le erbe.
— Accorrete: è nostra!... — urlò Hong, il quale era già entrato nella capanna ed era subito uscito con due carabine.
Il giovane chinese e Pram-Li avevano abbandonato il posto e correvano coi kampilang in pugno. Vedendo Hong colle carabine, si armarono e si slanciarono verso la pantera, la quale continuava ad avvoltolarsi fra le erbe.
Vedendo giungere quei due avversari, raccolse le sue ultime forze e si avventò contro di loro; ricadde però subito. Gravemente ferita, non era più in grado d’intraprendere la lotta.
Allora si mise a strisciare al suolo cercando di raggiungerli; era troppo tardi, avendo il malese e Sheu-Kin spianate già le carabine.
Echeggiarono due detonazioni e la belva ricadde al suolo fulminata.
— Per Fo e Confucio!... — esclamò Hong, che giungeva di corsa insieme a Than-Kiù. — Aveva il diavolo in corpo quella dannata bestiaccia?... Speriamo che questa volta sia proprio morta.
— È ridotta in uno stato così deplorevole, da non poter pagare lo