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158 | Capitolo ventiduesimo |
— Se n’è andata, — disse. — Strana idea di venire a dormire sulla nostra capanna. —
Si ricoricò e questa volta si riaddormentò davvero, russando sonoramente.
Quanto tempo dormì?... Non gli sarebbe stato facile saperlo. Fu svegliato bruscamente da un grido di Sheu-Kin, il quale si era sdraiato al suo fianco.
Aprì gli occhi e tosto il suo sguardo s’incontrò con due altri occhi che brillavano, come due punti fosforescenti, in un angolo della capanna.
— Grande Allah!... — esclamò, con voce strozzata.
— La pantera!... — gridò Sheu-Kin. — Sta per aprirsi il passo attraverso alla parete!... Hong!... Than-Kiù!... In piedi!... —
Il chinese e la giovanetta, svegliati di soprassalto da quelle esclamazioni e da quelle grida, s’alzarono confusamente; cercando le loro armi.
Trovando sottomano i kampilang, li impugnarono, pensando forse che quelle larghe e pesanti sciabole erano più atte ad adoperarsi in quello spazio ristretto.
— Qui!... In quest’angolo!... — avevano gridato Sheu-Kin ed il malese.
I tre uomini e la giovanetta si trovarono riuniti nell’angolo, colle spalle appoggiate alla parete e coi kampilang puntati innanzi.
La belva intanto, spostati i rami, aveva introdotto la testa e lavorava di zampe per far passare anche il corpo.
— Non muovetevi, amici!... — gridò Hong, che impugnava la sciabola colla mano sinistra.
— Non abbiamo nemmeno una carabina, — dissero Sheu-Kin e Pram-Li.
— Con quest’oscurità poco ci gioverebbero o potremmo, nel momento dell’attacco, ucciderci vicendevolmente. State attenti!... Badate alla testa!... —
La pantera nera, con un ultimo e più vigoroso sforzo che fece cadere alcuni rami, era entrata nella capanna; però, invece di slanciarsi risolutamente all’assalto si era arrestata, accovacciandosi in un angolo.
Forse la vista di quelle lame che coprivano i tre uomini e la fanciulla, l’aveva resa più prudente.
Fors’anche aveva sperato di sorprenderli ancora addormentati e di sgozzarli senza pericolo, e trovandoli invece svegliati e pronti alla difesa, si era scoraggiata.
Hong ed i suoi compagni, strettamente raggruppati, colle lame al-