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12 Il capo del «Giglio d'acqua»


rivoltelle, e l’ampio cappello di fibre di rotang potevano far sospettare in lui un compatriota di Than-Kiù e di Sheu-Kin.

Quell’uomo era Hong, uno dei più animosi capi del Giglio d’acqua, colui che aveva strappata la giovane chinese fra le vittime dell’insurrezione e che l’aveva ospitata in casa sua e curata.

Capitano di cavalleria tartara, aveva già preso parte attiva alla guerra contro i giapponesi e, nella sua qualità di manciuro, si era battuto valorosamente; ma fatto prigioniero a Port-Arthur durante un’uscita della guarnigione, era stato trasportato a Nagasaki.

Uomo astuto però ed audace, dopo quindici giorni era riuscito a fuggire a bordo di una giunca in partenza per le Filippine, sbarcando a Manilla dove aveva avuto agio di conoscere Hang-Tu non solo, ma anche Than-Kiù.

Nominato, allo scoppiare dell’insurrezione, uno dei capi del Giglio d’acqua, si era battuto valorosamente a Noveleta, a Rosario ed a Cavite, finchè caduta quest’ultima piazza, aveva fatto ritorno a Manilla ed in buon punto per strappare agli spagnuoli Than-Kiù.

La giovane chinese, vedendolo, aveva aperto le tende e si era alzata per muovergli incontro, ma Hong si era affrettato ad attraversare la stanza, facendole segno di rimanere seduta ed afferrando vivamente la mano che la giovanetta gli porgeva disse:

— Sono felice, Than-Kiù, di vederti finalmente guarita.

— Grazie, Hong, di queste tue parole e di quanto hai fatto per me. Tu sei uno di quei devoti amici che non si possono scordare mai. —

Il chinese sorrise, mentre un lungo sospiro gli usciva dalle labbra e nei suoi occhi brillava un lampo di gioia.

— Sì, un amico devoto, — disse poi, — devoto fino alla morte e che per te nulla troverebbe d’impossibile, mia povera fanciulla.

— T’aspettavo, — rispose Than-Kiù, — ma non così tardi.

— Le precauzioni non sono mai troppe, — rispose il chinese. — Tutti i capi delle società segrete sono sorvegliati. —

Poi, dopo d’aver guardato per alcuni istanti la fanciulla negli occhi, disse:

— Sono qui venuto per obbedire alla società.

— Cosa desiderano da me i capi del Giglio d’acqua?...

— Il forte braccio della valorosa Than-Kiù, della sorella dell’eroico capo degli uomini gialli.

— Il mio braccio, — disse la giovane chinese, con un malinconico sorriso, — è così debole ormai!... E poi, tutto è finito per me.

— Cosa vuoi dire?... Quella Than-Kiù che guidava l’insurrezione al pari di Hang; che combatteva come una leonessa sui campi di Salitran, di San Nicola e di Malabon; che sfidava intrepidamente la