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152 | Capitolo ventunesimo |
Hong, vedendo Pram-Li correre fuori colle carabine e udendo quel dialogo, si era affrettato a lasciare il suo giaciglio non volendo, in caso di pericolo, rimanere inoperoso, quantunque si trovasse nell’impossibilità di far uso del suo braccio ferito.
— Siamo spiati da due pantere, — disse Than-Kiù. — Hanno seguìto Sheu-Kin fino a pochi passi dalla capanna.
— Brutti vicini, amici miei, più pericolosi delle tigri, — disse Hong. — Erano due?...
— Sì, una nera ed una gialla — rispose Sheu-Kin.
— È impossibile!... — esclamò Than-Kiù. — Saranno state o tutte e due nere o tutte e due gialle.
— No, Sheu-Kin non può essersi ingannato, — disse Hong. — Le pantere nere non formano una vera specie, ma sono casi di melanismo e si vedono sovente insieme a quelle gialle. Comunque sia, le une valgono le altre e dovremo tenerci bene in guardia, essendo quelle belve coraggiose e non temendo l’uomo anche armato.
— Credi che si siano nascoste in questi dintorni?...
— Certo e attenderanno il momento opportuno per piombare su di noi, è vero Pram-Li?
— Sì, — rispose il malese. — Sono pazienti ed astute e non si lasceranno sfuggire l’occasione di rapire qualcuno di noi, dopo d’averlo sventrato con un buon colpo di zampa.
— Se le tenebre non fossero già calate si sarebbe potuto scovarle o costringerle a lasciare questa foresta, — disse Than-Kiù, — ma con questa oscurità non potremo fare nulla.
— Si potrebbe tendere loro un agguato, — disse Pram-Li.
— In qual modo? — chiese Hong.
— Se quelle belve hanno veduta la capanna, sono certo che fra un paio d’ore verranno qui a ronzare per cercare d’introdurvisi, essendo audacissime. Invece di dormire mettiamoci in agguato e facciamo su di loro una buona scarica.
— E dove vuoi nasconderti?...
— Scaviamo una buca, nella quale ci nasconderemo, coprendoci con dei grossi rami e attendiamole.
— Verranno poi?...
— Conosco un mezzo infallibile che le attirerà dalla nostra parte.
— Allora ponetevi all’opera. Fra un’ora s’alzerà la luna e potrete far fuoco con la certezza di non mancare ai vostri colpi, — disse Hong.
— Aiutami, Sheu-Kin — disse il malese. — Avremo molto da fare, non possedendo nè zappe, nè vanghe. —
Scelsero un posto situato a circa cinquanta passi dalla capanna tra due arecche che proiettavano, con le loro smisurate foglie, una