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Il capo del «Giglio d'acqua» 11


Per dieci giorni lottasti fra la vita e la morte, sempre in preda a spaventevoli deliri, poi cominciasti a migliorare mercè le assidue cure d’un medico nostro compatriota. Il quattordicesimo giorno, una notte oscura, aiutati da Pram-Li, ti coricammo in un palanchino e ti portammo qui, nella tua casetta, avendo veduto degli spagnuoli ronzare nella via abitata dal mio amico.

«Sono ventidue giorni che tu riposi nel tuo letto e sono ben felice di vederti ora completamente guarita. —

Than-Kiù, che fino allora lo aveva ascoltato senza interromperlo, piangendo silenziosamente, aveva tesa la destra a Sheu-Kin e la sinistra a Pram-Li, ed aveva strette le loro mani, mormorando:

— Grazie, amici. —

Poi, dopo aver soffocato un gemito, chiese:

— Ed il corpo di Hang?...

— Riposa nella terra natìa, sulle rive del Fiume Giallo. Il Comitato delle società segrete ha pensato di farlo ricondurre in patria.

— L’hanno adunque sepolto nel giardino ove dormono i miei padri?...

— Sì, Than-Kiù.

— All’ombra della cupola a scaglie di ramarro e dei lillà?...

— Sì, padrona.

— Povero fratello!... Ma Than-Kiù ti rivedrà presto, perchè tornerà sulle rive del fiume natìo. Manilla è stata troppo fatale per me e la lascerò senza rimpianti. Triste destino pesava sul Fiore delle perle!... Tutto è morto ormai a me d’intorno; morte le speranze, svaniti i cari sogni, spente le illusioni, infranta anche l’anima. Il vento gelido della Mongolia ha inaridito il povero lillà che cresceva in terra straniera e non rifiorirà più mai, più mai!... —

Uno scroscio di pianto aveva spento la voce della giovanetta.

Sheu-Kin e Pram-Li si erano appressati a lei, dicendole:

— Basta, padrona: ti ucciderai.

— Lasciate che pianga, amici, — rispose ella. — Perchè frenare il pianto quando il cuore è ferito e domanda delle lagrime per calmare i dolori?...

— Tu puoi riaprire la ferita, Than-Kiù.

— Sono ormai guarita, amici. È solamente il cuore che sanguina ancora e che sanguinerà forse a lungo.

— È già tardi, va a riposarti, — le disse Sheu-Kin.

Than-Kiù scosse il capo, poi disse con accento strano:

— No, non ancora: bisogna che la veda!...

— Ma chi?... — chiesero con stupore Pram-Li e Sheu-Kin.

— La stella della donna bianca.

— Follie, Than-Kiù — disse il chinese.