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118 | Capitolo sedicesimo |
Ormai erano visibilissimi, trovandosi già a metà della lingua di terra. Quel drappello si componeva di dodici uomini, la maggior parte mindanesi, tre soli però erano armati di fucili; gli altri non avevano che dei kampilang o dei bolos.
Dovevano aver già scoperte le tracce dei fuggiaschi rimaste impresse sul suolo fangoso, procedendo ormai più speditamente, e pur cercando di tenersi nascosti dietro i canneti. Probabilmente sapevano o sospettavano che i loro prigionieri fossero armati.
— Sono esploratori, — disse Hong a cui non sfuggiva nessuna mossa dei pirati. — Se fossero stati certi che noi ci siamo rifugiati qui, sarebbero venuti in maggior numero.
— Allora tu credi che torneranno indietro per chiedere rinforzi? — chiese Than-Kiù.
— Di ciò non vi è da dubitare.
— Se si potesse farli prigionieri?...
— Non tornerebbero ad avvertire i compagni, ma come fare a prenderli?... Bisognerebbe possedere un canotto ed andare a tagliare la loro ritirata sulla lingua di terra; noi disgraziatamente non abbiamo a nostra disposizione nessun galleggiante.
— Se non ci fossero i coccodrilli si potrebbe tuffarsi e nuotando fra due acque prendere terra alle loro spalle, — disse Pram-Li.
— E si bagnerebbero le carabine, — rispose Hong. — L’unica cosa che ci rimane da fare è di ben difenderci su questo isolotto, sperando di stancare gli assalitori o d’infliggere loro tali perdite da scoraggiarli.
— Oh!... Eccoli!... — esclamò Sheu-Kin.
Hong e Than-Kiù smossero con precauzione le canne e guardarono.
I dodici uomini erano allora giunti sulle rive del canale e tenendosi prudentemente nascosti fra le piante, guardavano l’isolotto, sperando di scoprire i fuggiaschi.
Dopo alcuni minuti, sia che non osassero attraversare il canale o che fossero convinti di non essersi ingannati nelle loro ricerche, cominciarono a battere in ritirata, con una certa precipitazione.
Pram-Li a Sheu-Kin avevano alzate le carabine per salutarli con una scarica.
Hong abbassò le loro armi, dicendo:
— No, aspettiamo da loro l’attacco. Forse non sono persuasi che noi ci troviamo qui. D’altronde fra poco sapremo la nostra sorte, perchè vedo altri uomini radunarsi verso il margine della foresta.
— Che siano i loro compagni?... — chiese Than-Kiù.
Hong stava per rispondere, quando sulla lingua di terra echeggiarono due spari. Due degli esploratori avevano fatto fuoco, forse per richiamare l’attenzione dei loro compagni.