Pagina:Salgari - Il Fiore delle Perle.djvu/144

116 Capitolo sedicesimo


— È vero... tutto d’un colpo non si scorda, non si può far tacere il cuore, non si può distruggere il passato, disperdere tutti i ricordi, nè creare un altro sogno su quello che aveva messe così salde radici nel cuore, — rispose la giovanetta, sospirando. — Lascia al tempo fare il resto.

— Io temeva che tu rimpiangessi la speranza fattami brillare.

— No, amico mio: tu sei prode al pari dell’altro e la sorella del valoroso Hang, di colui che chiamano l’eroe degli uomini gialli, ama i prodi.

— Tu adunque mi amerai un giorno, Fiore delle perle?

— Spera, — mormorò la giovanetta.

— Grazie, Than-Kiù, ma io non voglio più rivederti triste come questa sera.

— Non lo sarò più.

— Io non voglio veder piangere gli occhi della più bella fanciulla del Celeste Impero.

— Non piangeranno più, Hong. —

In quell’istante Pram-Li si alzò, chiedendo:

— Tocca il mio quarto?...

— Credo che sia inutile, — rispose Hong, — poichè spunta l’alba veglieremo tutti insieme.

— Sia la benvenuta, purchè ci porti una buona giornata.

— Per me sarà la più bella della mia vita, — rispose il chinese, guardando Than-Kiù che arrossiva. — Ben vengano Pandaras ed i suoi furfanti; li cacceremo tutti nella laguna a tener compagnia ai coccodrilli.

— Tu sei uno stregone!... — esclamò il malese, che si era bruscamente alzato.

— E perchè?...

— Perchè se i miei occhi non prendono abbaglio, stanno per venire.

— I pirati?...

— Io non lo so, vedo delle forme umane avanzarsi cautamente sulla lingua di terra.

Hong e Than-Kiù balzarono in piedi, guardando fra uno squarcio dei canneti e scorsero, alla blanda luce dell’alba che si diffondeva in cielo riflettendosi sulle acque della laguna, alcune forme ancora indecise, che avevano però più l’aspetto d’uomini che di animali e che si avanzavano sulla lingua di terra.

— Per Fo e Confucio!... — esclamò Hong. — Sono uomini!...

— Sì, — confermò Than-Kiù. — E non sono più d’una dozzina.

— Sarà qualche gruppo d’esploratori in cerca delle nostre tracce. Non vedi come si arrestano di tratto in tratto e si curvano al suolo?