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In mezzo alla palude | 115 |
Hong, ormai famigliarizzato a tutti quei rumori ed a quei concerti, non s’inquietava; non perdeva però di vista i coccodrilli che nuotavano nelle acque dell’isolotto, come se ormai sapessero che vi era della carne fresca celata in mezzo a quelle canne.
Già due o tre avevano cercato d’issarsi, di soppiatto, sulla riva, ma il chinese si era affrettato a respingerli scaricando sulle loro teste dei colpi così tremendi di kampilang, da farli ricadere in acqua storditi, malgrado le loro robuste piastre ossee che sono a prova di palla.
Temendo nondimeno che qualcuno fosse riuscito a cacciarsi inosservato fra i canneti, fece il giro dell’isolotto, poi si accostò al fuoco che stava per ispegnersi, per vedere se i compagni dormivano. Con non poca sorpresa vide Than-Kiù seduta, col viso nascosto fra le mani, come se fosse immersa in tristi pensieri.
— Non dormi, Than-Kiù?... — le chiese. — Forse che il Fiore delle perle non si sente tranquilla sotto la guardia di Hong?... —
La giovane chinese udendo quelle parole alzò il capo e cercò di sorridere, ma Hong vide, agli ultimi bagliori dei tizzoni, delle lagrime brillare sulle gote di lei.
— Piangi? — diss’egli, con tristezza infinita. — Ti comprendo, pensavi a lui invece di dormire. —
Poi, dopo alcuni istanti di silenzio, riprese con un tono di voce in cui si sentiva vibrare una sorda minaccia.
— Io finirò coll’odiare quell’uomo!... Ieri non ne avevo il diritto, ma ora sì.
— E perchè vorresti odiarlo, Hong? — chiese Than-Kiù, con dolce rimprovero.
— Perchè tu pensi sempre a lui e perchè il tuo cuore soffre per lui.
— Che io pensi a Romero è vero, io sarò leale con te, amico mio, ma che tu creda che io soffra perchè non mi ama, no, Hong, t’inganni!
Quando tu sei venuto nella mia casetta, la sera che tu mi facesti fuggire, è vero, io rimpiangevo ancora la felicità sognata per tanto tempo e poi perduta; io rimpiangevo Romero perchè la ferita era ancora troppo recente... ma ora del tempo è passato, l’amore si è tramutato in rancore, forse si cangerà in odio.
Ho pensato molto a lungo, ho anche pianto in segreto, ho sofferto immensamente, Hong, poichè tu sai che le donne del nostro paese amano con tutte le forze della loro anima, ma ora?... A qual pro piangere ancora, a quale scopo sperare e poi, che cosa?... Che Romero fugga la donna bianca?... No, se non ha saputo farlo quella terribile notte, che doveva essere l’ultima per Hang-Tu, non lo farà più mai.
— Eppure tu piangevi poco fa, Than-Kiù.