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108 | Capitolo quindicesimo |
— Lo sospetto — rispose Hong. — Possono aver trovati i loro compagni addormentati e sapendo che noi ci trovavamo prigionieri, si saranno immaginati che noi abbiamo preso il largo, dopo aver fatto quel brutto giuoco a Pandaras.
— Amici miei, badate a me; allontaniamoci subito o lasceremo qui la nostra pelle.
— Non chiediamo di meglio, — risposero Sheu-Kin e Pram-Li, caricandosi dei viveri che Hong non aveva dimenticati.
Si rimisero in cammino frettolosamente, inoltrandosi su quella lingua di terra, risoluti a non fermarsi se non incontravano ostacoli. Ormai avevano la certezza di trovarsi in mezzo ad un lago, perchè avendo misurata l’acqua presso la riva con una lunga canna, non avevano trovato fondo.
Quel bacino, che pareva avesse una considerevole estensione, era interrotto da un certo numero d’isolotti coperti da canne altissime, tutti di dimensioni assai piccole e forse pullulanti di coccodrilli, udendosi di frequente dei sordi tonfi.
Hong avanzavasi sempre rapidamente, seguìto da Than-Kiù e dai compagni, aprendo per bene gli occhi per tema di vedersi sbarrare il passo da quei bestioni, e teneva un dito sul grilletto della carabina, pronto a far fuoco.
Intanto la lingua di terra si assottigliava sempre più e tendeva ad abbassarsi a livello dell’acqua. Il terreno diventava pantanoso e sfuggiva sotto i piedi, aumentando le inquietudini di Hong, il quale si domandava se colà vi fossero delle sabbie mobili.
— Dove metterà capo questa lingua di terra?... — si chiese, dopo altri dieci o quindici minuti di cammino. — Ormai dobbiamo aver percorso almeno due chilometri e non si scorge nulla dinanzi a noi, fuorchè acqua.
— Attraverserà la laguna, — rispose Than-Kiù.
— Vorrei accertarmi di ciò. Ehi, Sheu-Kin, arrampicati sulle mie spalle e guarda dove andiamo a terminare. —
Il giovane chinese consegnò il fucile ed i viveri al malese, si levò le scarpe che erano coperte di fango, poi si arrampicò lestamente sulle spalle di Hong, spingendo lontano gli sguardi.
— Vedi nulla? — chiesero Than-Kiù e Hong.
— Sì, vedo dove termina questa lingua di terra.
— Non attraversa la laguna?... — domandò la giovanetta.
— No, finisce presso un isolotto coperto di canne e che mi pare sia più elevato di questa penisola.
— È lontano quell’isolotto?...
— Forse un cinquecento passi, ma...