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Gli orsi malesi | 107 |
Erano dei gatti orsini neri, chiamati dai malesi untarong, dal corpo robusto, lungo oltre mezzo metro e fornito d’una coda di pari lunghezza, colla testa grossa, terminante in un muso molto acuminato, colle gambe corte e robuste ed il pelame ricciuto, ruvido e quasi nero.
Al pari dei gatti pescatori, si tengono presso le paludi, essendo grandi distruttori di pesci, ma sono pure abili arrampicatori, e lo sanno i poveri uccelli che troppo di frequente restano vittime di quei notturni predoni.
Sheu-Kin e Pram-Li, dopo dieci minuti, s’accorsero di trovarsi su di una specie di lingua di terra, larga una quindicina di metri, fiancheggiata da enormi mazzi di canne e che si prolungava in mezzo ad un ampia distesa d’acqua.
— Dove andremo a finire noi?... — si chiese Pram-Li, arrestandosi.
— Mi pare che c’impegnamo proprio nel mezzo della palude, — rispose Sheu-Kin, — ammesso però che sia una palude, non scorgendo io le rive.
— Sarà un lago.
— E lo attraverserà questa lingua di terra?...
— Sembra che si prolunghi assai. Vedo le canne serpeggiare fra le acque a perdita d’occhio. È bensì vero che fa tanto oscuro da non poter calcolare la distanza.
— Andiamo ad informare Hong e Than-Kiù. Qui corriamo il pericolo di perdere del tempo che per noi è prezioso.
— E di lasciarci le gambe, — aggiunse il malese. — Odo dei tuffi a destra ed a manca che indicano la presenza di coccodrilli. —
Ritornarono sui loro passi, e non avevano ancora percorso trecento metri quando scorsero Hong e Than-Kiù, i quali s’avanzavano rapidamente, tenendosi nascosti dietro i gruppi di canne.
— Siamo inseguiti? — chiesero Pram-Li ed il chinese, quando li ebbero incontrati.
— Non lo sappiamo, però nel bosco pare che succeda qualche combattimento, — rispose Hong. — Abbiamo udito delle grida ed un fracasso indiavolato.
— Badate che c’inoltriamo in mezzo ad una palude, — disse Pram-Li. — Ci troviamo su di una lingua di terra che da un momento all’altro può finire.
— Pel momento è l’unica via che ci si presenta; percorriamola, adunque. Forse riusciremo a trovare un rifugio più sicuro che in piena foresta.
— Sì, andiamo innanzi, — consigliò Than-Kiù. — Ritornando possiamo cadere nelle mani dei selvaggi o degli uomini delle canoe.
— Che i pirati c’inseguano di già? — chiese Sheu-Kin.