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102 | Capitolo quattordicesimo |
— Sarà un lavoro lungo a sbarcare tutte queste canaglie, — disse Pram-Li.
— Bah!... Abbiamo del tempo, — rispose Hong. — Dormono così profondamente, da non svegliarsi nemmeno in acqua. Aiutatemi a spingere il praho verso la riva. —
Strapparono dal fondo del fiume l’àncora, poi munitisi di remi si misero ad arrancare a tutta lena, mandando il praho ad arenarsi sulla riva destra in mezzo alle radici enormi di alcuni mangostani.
Pram-Li e Hong, armatisi di due fucili appartenenti alle guardie del capo, due ottime carabine indiane con la canna assai lunga e rabescata ed il calcio adorno di fregi di madreperla, balzarono a terra, per esplorare prima quella parte della foresta.
La loro assenza fu breve, non avendo veduto alcuno, nè udito rumori di sorta.
— Quel concerto furioso avrà spaventate tutte le bestie, — disse Hong. — Questi bricconi, che meriterebbero di venire divorati dalle pantere, sono ancora fortunati. Orsù, scarichiamo il legno e tu intanto, fanciulla mia, cerca due altri fucili, delle munizioni e raduna dei viveri. —
I due chinesi ed il malese si misero tosto all’opera. Hong prendeva due uomini per volta e li gettava ruvidamente sulla riva, senza che quei poveri diavoli dessero segno di vita, tanto era profondo il loro sonno.
In capo a mezz’ora i trenta pirati ed il loro capo giacevano ammucchiati in mezzo ai cespugli, in una confusione indescrivibile. I prigionieri non si erano certo dati la briga di allinearli.
Quand’ebbero finito, Hong salì sul praho, fece una raccolta di tutti i bolos, i kampilang, i kriss, scelse quattro delle migliori sciabole per sè ed i compagni, poi gettò nel fiume tutte le altre armi.
— Così toglieremo loro la speranza di poterci inseguire, — disse.
— Ma li esponi al pericolo di morire di fame, — osservò Than-Kiù. — Come potranno abbattere della selvaggina, se non posseggono alcuna arme?...
— Se la sbrighino loro.
— E poi nella foresta le frutta non mancano, — aggiunse Pram-Li. — Diverranno magri, ma non morranno.
— Ora mandiamo a picco il praho, — disse Hong. — Sono a terra i viveri e le armi?...
— Sì, — rispose Than-Kiù.
— Aiutatemi, compagni. —
S’armò d’una scure che aveva appositamente serbata ed a gran colpi si mise a sfondare i fianchi del legno, aiutato da Sheu-Kin e da Pram-Li.