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100 Capitolo quattordicesimo


ognuno, sembrava che fossero tutti impazziti od in preda alla più irresistibile allegria. Si dimenavano come ossessi, s’interrompevano per ridere fragorosamente, come ebeti, ed ognuno cantava per proprio conto non badando più nè al gong, nè ai tamburelli, nè al flauto.

Ad un tratto Pandaras e le sue guardie, che avevano bevuto più di tutti, interruppero la danza, accasciandosi sulla coperta, poi si distesero come fossero stati presi da un sonno fulminante.

Nessuno aveva fatto caso a loro. Than-Kiù continuava a far circolare le tazze di bram ed i battellieri, avidi come tutti i popoli selvaggi, non si occupavano altro che di bere e di urlare.

Ma il sonno fulminante che aveva preso Pandaras e le sue guardie, colpiva rapidamente anche loro. A due, a tre alla volta cadevano a destra ed a manca, ammucchiandosi quasi gli uni sopra gli altri. Alcuni parvero spaventati di quel sonno repentino e cominciarono a guardare in cagnesco la giovane chinese, la quale sorrideva sempre, offrendo continuamente da bere. Forse ebbero qualche sospetto ma mancò loro il tempo di completarlo, perchè pochi minuti dopo tutti quegli uomini giacevano sulla coperta del praho, rigidi come colpiti da catalessia, ma non morti. Russavano come se un orchestra formata di soli contrabbassi si fosse assunto l’incarico di finire quel concerto indiavolato.

Than-Kiù, veduto cadere l’ultimo pirata, si era alzata di scatto, con gli occhi sfavillanti, il viso raggiante. Gettò uno sguardo ironico su Pandaras che dormiva in mezzo ai suoi fidi, con i piedi appoggiati sul viso del suonatore di flauto, attraversò il ponte e scese lestamente nella piccola cabina di prora, dove Hong sagrava a piena gola, chiedendo se gli uomini del praho erano diventati pazzi.

— Eccomi, amici, — disse la giovanetta.

— Per Fo e Confucio!... — gridò il chinese. — Che cosa succede?... Cos’è questo frastuono?

— Erano i pirati che festeggiavano la nostra partenza.

— Tu vuoi burlarci, Than-Kiù.

— Vuoi una prova che io ti ho detto il vero?... Ecco un kriss per tagliare le corde che ti imprigionano i piedi.

— Ed i pirati?... — esclamarono i due chinesi e Pram-Li.

— Dormono tutti e così profondamente, che la grande campana di Pechino non li sveglierebbe.

— E quel briccone di Pandaras?...

— Più degli altri e credo che non potrà aprire gli occhi prima di ventiquattro ore.

— Ma dunque, cos’è accaduto?... — chiese Hong, al colmo dello stupore.