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'Le astuzie di Than-kiù 99

le migliori canzoni che conoscevano, promettendo ai più bravi un po’ di bram. Poscia ne scelse quattro e distribuì a loro un gong, specie di disco metallico coi bordi ripiegati indietro e formato con una lega di rame, zinco e stagno; un bangsi, specie di flauto di canna di bambù e due gendang ossia due tamburelli che si suonano colle mani.

Ad un comando del capo, improvvisatosi direttore d’orchestra per far piacere alla futura moglie, cantanti e suonatori si misero all’opera, facendo un tale fracasso da far trabalzare Hong ed i suoi compagni, i quali ignoravano ancora di cosa si trattasse.

I remiganti, allietati dalla promessa d’una distribuzione di bram, gareggiavano di polmoni, urlando peggio d’una banda di scimmie rosse, mentre i suonatori minacciavano di mandare in cento pezzi il gong e di sfondare i tamburelli.

Vi era il pericolo che quel fracasso indiavolato, che si ripercuoteva sotto le grandi foreste, mettendo in fuga animali e volatili, attirasse qualche tribù di quei selvaggi che il capo tanto temeva, ma pareva che pel momento nessuno si preoccupasse di ciò. Anzi Pandaras, vedendo che Than-Kiù sorrideva e che sembrava contenta di quel concerto, incoraggiava vieppiù i suoi uomini ad alzare i toni, con quanto piacere di Hong e dei suoi compagni che non potevano più dormire, è facile immaginarselo.

Al primo coro ne tenne dietro un secondo più barbaro e più furioso dell’altro, poi un terzo ed un quarto senza che quei robusti pirati mostrassero di essere stanchi; ma al quinto alcuni sembravano assolutamente sfiatati.

Than-Kiù che era ritornata di buon umore, credette giunto il momento di rinvigorire quei poveri cantanti. Chiamò due di loro, scese nella stiva e fece portare in coperta un enorme vaso di terra contenente la provvista di bram del capo, poi riempita una grande tazza andò ad offrirla graziosamente al futuro marito il quale parve molto sensibile a tale gentilezza.

Than-Kiù non dimenticò l’equipaggio e si mise a offrire tazze a destra ed a manca con tale prodigalità, da temere che la provvista se ne andasse tutta molto presto.

Pandaras non protestava affatto, quantunque ci tenesse al suo eccellente bram, anzi diventato allegro, beveva come una spugna, accettando e vuotando tutte le tazze che gli offriva la leggiadra fidanzata.

Cantanti e suonatori, rinvigoriti da quell’abbondante distribuzione di liquore, ricominciarono con novella lena, urlando a pieni polmoni e suonando con furore, mentre Pandaras, in mezzo al suo equipaggio, saltava come un kanguro, in compagnia delle sue guardie.

Cosa strana: quantunque non avessero bevuto che poche tazze