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82 | Capitolo dodicesimo |
giuoco preparerò io ai suoi pirati!... Scorticheremo i piedi a tutti e così bene, da farli urlare come dannati!... Va’ a indossare delle vesti asciutte, Hong, e quando tornerai sul ponte, vedrai che tutto sarà pronto per ricevere quegli squali d’acqua dolce. —
Ciò detto fece salire in coperta tutto l’equipaggio composto di quindici robusti garzoni che avevano fatto le loro prove contro i sanguinarii pirati del Tonchino, comandò loro di calzare le grosse scarpe di mare, poi scelti quattro dei più forti, fece portare in coperta una cassa che teneva nascosta nella sua cabina.
Quando i quattro marinai, dopo non poco fatica, la ebbero disposta a poppa, essendo pesantissima, con due colpi di scure Tseng la sfondò. Tosto un torrente di pallottole di metallo, grosse come noci e munite di punte aguzze, si dispersero per la coperta, correndo in tutte le direzioni.
Erano due o tremila e fors’anche di più, sicchè occuparono quasi tutta la coperta, dal castello di prora al cassero. Quelle pallottole inoffensive, o quasi, per gli uomini che hanno i piedi calzati dai grossi stivali di mare, ma terribili per coloro che hanno i piedi nudi, sono usate dalle navi che esercitano la tratta dei coolies, ossia degli emigranti chinesi destinati alle miniere di salnitro o di guano del Chili e del Perù. Succedendo sovente che quei poveri emigranti, quasi sempre imbarcati con raggiri o colla violenza, si ribellino in causa dei cattivi trattamenti che subiscono a bordo delle navi — maltrattamenti che sono eguali se non peggiori a quelli che subivano gli schiavi africani a bordo delle navi negriere — i comandanti delle giunche, per evitare di venire massacrati coi loro equipaggi, si limitano a rovesciare sulla coperta una cassa o due di quelle pallottole, mettendosi poi in salvo sul castello di prora e sul cassero.
Essendo i coolies a piedi nudi, si vedono arrestati di colpo e sono costretti a ritirarsi nel frapponte, se non vogliono farsi sterminare dagli equipaggi i quali non si fanno scrupolo alcuno di adoperare anche le armi.
Tseng-Kai, che aveva pure esercitata la tratta dei coolies, aveva conservata una cassa di quei ninnoli pericolosi e li aveva fatti spargere per la coperta per scorticare ora i piedi dei pirati.
Ciò fatto fece piazzare il cannone a poppa, sul cassero, essendo il più alto, facendolo caricare a mitraglia, e sul castello di prora una grossa spingarda che teneva nascosta nella stiva; quindi distribuì lungo le murate di prora e di poppa parecchie bombe e quanti fucili possedeva, ottime armi a retrocarica, che dietro consenso di Hong aveva prelevato dalle casse degli insorti.
Quando Than-Kiù, che aveva riprese le sue vesti di donna e Hong