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262 | Capitolo Trentacinquesimo. |
Non vi era quasi nemmeno lo spazio sufficiente per un combattimento, nondimeno i due giganti si erano precipitati l’uno contro l’altro decisi a finirla.
Guai se Joe fosse caduto! Mac-Blint, armato come era, avrebbe facilmente vinti gli altri che non avevano che i fucili diventati ormai forse meno utili dei bastoni.
— Retrocedete fino alla caverna! — gridò Cyrillo, il quale aveva veduto il pericolo.
Era troppo tardi. I due giganti s’erano già assaliti colla rabbia di due tigri.
Mac-Blint aveva assestato al marinaio un colpo che se l’avesse colto l’avrebbe spaccato in due; fortunatamente come la prima volta era andato a vuoto, mercè una fulminea ritirata dell’avversario.
L’azza era andata invece a scheggiare la parete.
— Sei maldestro, ippopotamo, — disse Joe. — Tu perdi il tuo sangue freddo assieme al sangue che ti esce dalla spalla.
— Ma avrò il tuo sangue! — urlò il bandito esasperato.
— Assaggialo dunque! —
Joe dopo d’aver evitato un secondo colpo alzò bruscamente la torcia percuotendo sul viso l’ercole, quindi gli scaricò addosso una tale mazzata da farlo cadere sulle ginocchia intontito.
— Ah! Cane! — gridò il gigante coprendosi con una mano il volto abbrustolito dalla fiamma.
Tentò nondimeno di rialzarsi per riprendere la lotta, quando un secondo colpo di scure gli piombò sul cranio, facendolo cadere estinto.
Un’onda subito lo coperse e lo travolse sbattendolo contro le pareti.
— L’ho ucciso, — disse Joe tergendosi la fronte bagnata d’un freddo sudare. — Ci gioverà la sua morte?
— Troppo tardi — disse Dik, che gli stava dietro. – La via è chiusa!
— Mille tuoni! — esclamò Joe.
— Ritorniamo nella caverna, — disse Cyrillo. — È impossibile che le acque raggiungano una tale altezza da coprirla interamente.
— Che sia proprio impossibile attraversare questo ultimo tratto di galleria? — chiese Sao-King.
— Vi sono almeno duecento metri da percorrere ancora e come vedete le vôlte sono coperte, — rispose Dik.
— Se cercassimo qualche altra uscita? — chiese Joe. — Quel torrente deve sboccare in qualche luogo.
— Ormai è straripato e anche quella galleria deve essere a quest’ora inaccessibile.
— Ne siete certo, Dik? — chiese Ioao.
— Sì, signore, perchè una volta sono stato sorpreso dalla marea in prossimità del torrente.