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Spedizione notturna. 255

— E gli altri? — chiese una voce.

— Sono nella galleria.

— Quando si saranno rotta la testa torneranno, — rispose il capo. — Finitela, avete bevuto e altercato abbastanza. —

Stavano per ritornare nella prima caverna quando si videro sbucare gli uomini che avevano inseguito il gigante.

Imprecavano e si bisticciavano.

— L’avete ucciso? — chiese il capo.

— È caduto nel torrente con una palla in corpo, — rispose uno degli inseguitori.

— Un ladro di meno, — disse il capo. — Sgombrate e lasciate dormire il prigioniero. —

Fu obbedito. Portarono via l’uomo ucciso dal gigante e si ritirarono nella prima caverna dove però sostarono ancora rimettendosi a bere ed a giuocare.

— Era ora che se ne andassero, — disse Joe. — Cominciavo a perdere la pazienza e non so chi mi abbia trattenuto dal mostrarmi.

Sentivo che le mani cominciavano a bruciarmi.

— Sarebbe stata una imprudenza imperdonabile, — disse Sao-King.

— Allora andiamocene.

— Che sia proprio morto quel bandito che hanno inseguito? – chiese Ioao.

— Se lo troveremo, peggio per lui, — rispose Joe. — È grosso e alto come me, ma non mi fa paura.

Andiamo che la marea monta. —



CAPITOLO XXXV.

Un duello a colpi di scure.


Accertatisi che nella caverna non era rimasto nessuno, uscirono dal loro nascondiglio e ripassando sopra le casse ed i barili si accostarono a Cyrillo, il quale durante tutta quella scena si era mantenuto silenzioso, fingendosi profondamente addormentato.

— Venite signore, — disse Joe.

— Ho tremato per voi, — disse Cyrillo. — Se vi avessero scoperti?

— Avremmo dato battaglia, signore.

— Che non vi sia più nessuno nella galleria?

— Sono usciti tutti, eccetto quel colosso che pare sia stato ucciso. —

Lo prese fra le braccia colla stessa facilità come se avesse alzato un bambino e si diresse frettolosamente verso la galleria, preceduto