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254 | Capitolo Trentaquattresimo. |
— Ladro! — gridavano parecchie voci.
— Fuggiamo! — disse Sao-King, udendo le voci avvicinarsi.
— Essi vengono! — esclamò Dik, il quale si era accostato alla galleria che comunicava colla caverna occupata dai banditi. — Presto, nascondiamoci. —
Mancava loro il tempo di rifugiarsi nel passaggio che li aveva condotti fino là.
Le urla s’avvicinavano rapidamente pareva che i banditi inseguissero qualcuno.
— Là, in mezzo alle botti, — disse Dik spingendo Ioao, il marinaio e Sao-King.
— E mio fratello? — chiese Ioao.
— Lasciamolo qui per ora; lo salveremo poi.
— Sì, fuggite, — disse Cyrillo trascinandosi verso la parete e sdraiandosi su una vela.
Joe, Sao-King ed i loro compagni balzarono in mezzo alle botti ed alle casse e si nascosero fra un ammasso di cordami, di pennoni, di vele e di balle di mercanzia.
Si erano appena accovacciati che un bandito si precipitava nella caverna tenendo in pugno un coltellaccio.
Era un uomo alto e grosso come Joe, con un torso da bisonte, ed una lunga barba incolta che gli dava un aspetto feroce.
— Venite canaglie! — urlava. — A me ladro? Vi uccido tutti! —
Altri dieci o dodici pirati pure armati di coltelli si erano scagliati nella caverna, bestemmiando e minacciando.
Uno di loro aveva portata una torcia.
— Ladro! — urlarono i banditi facendosi innanzi.
— Chi s’avanza è uomo morto! — tuonò il gigante, staccando dalla parete un’azza e facendola volteggiare in aria. — Vediamo chi sarà capace d’affrontare Mac-Blint!
— Sarò io, — disse un pirata che indossava una giacca gallonata, impugnando una carabina e armandola precipitosamente. — Voglio provare sulla tua pelle da elefante questa palla.
— E ci siamo anche noi, — risposero gli altri, tentando di circondarlo.
Il gigante con un salto di tigre si gettò contro l’uomo che teneva la torcia e lo rovesciò con un colpo d’azza, poi approfittando della semi-scurità scomparve nella galleria sottomarina.
I banditi furibondi si erano precipitati dietro al fuggiasco, mentre altri accorrevano dalla caverna portando altre torce, preceduti da un uomo che portava sul capo un berretto di capitano di marina.
— Non l’avete ancora ucciso quel furfante? — chiese questi con voce aspra.
— È fuggito, capitano, — rispose un bandito.
— Siete stupidi!... Dieci contro uno e lo lasciate andare!
— Stanno inseguendolo.
— Che l’inferno v’inghiotta tutti! Spegnete le torce e andate a dormire: domani partiamo.