Pagina:Salgari - I solitari dell'Oceano.djvu/259


Spedizione notturna. 253

— Cy...rillo!...

— Mille fulmini! — mormorò il marinaio. — Ed io stavo per fracassargli il cranio! —

Cyrillo, poichè era ben lui, con una rapida mossa si era stretto al petto il bravo giovane.

— Tu!... Ioao!... Gran Dio!... Ma no... è impossibile! —

Rideva e singhiozzava ad un tempo. Fortunatamente i canti e le urla dei banditi facevano rintronare la caverna.

— Tu!... Ioao!... È proprio vero che non sogno? — ripeteva il commissario tenendosi sempre stretto il fratello.

— Sì, sono io, mio povero Cyrillo, — disse il giovane.

— Ti avevo pianto credendoti morto mentre invece sei venuto a salvarmi.

— Ed il signor Vargas? — chiese Sao-King.

— Come! Anche tu Sao-King! — esclamò Cyrillo. — Lascia che t’abbracci.

— Signori, — disse Dik, — non fermiamoci troppo qui. I banditi possono sorprenderci.

— E non dimentichiamo che a quest’ora la marea è forse cominciata a montare, — aggiunse Joe.

— Dimmi dove si trova Vargas, fratello? — disse Ioao.

— Non è qui, — rispose Cyrillo.

— No! — esclamarono ad un tempo Ioao, Sao-King e Joe con dolorosa sorpresa.

— Egli si trova a bordo della goletta.

— Mille milioni di fulmini! — esclamò Joe, dandosi un poderoso pugno sul cranio.

— Sei certo fratello? — chiese Ioao.

— Sì, l’ho veduto ieri.

— E non potremo salvarlo?

— Vi sono almeno venti banditi a guardia della nave.

— Signori, — disse Dik. — La nostra missione per ora è finita. In ritirata!

— E Vargas? Non lo strapperemo noi a questi pirati? — chiese Ioao. — Lasceremo incompiuta la nostra impresa?

— Accontentiamoci pel momento di quanto abbiamo fatto, — disse Joe. — Più tardi vedremo che cosa si potrà fare per togliere ai banditi anche il signor Vargas. Presto andiamocene.

— Ma sono incatenato, — disse Cyrillo. — Io non posso camminare.

— Vi porterò io, — rispose Joe. — Dik prendete una scure che ci servirà per tagliare gli anelli. —

Joe stava per sollevare Cyrillo il quale aveva le gambe incatenate quando un tumulto spaventevole scoppiò nella caverna vicina.

Si udivano bottiglie e bicchieri ad infrangersi, bestemmie, urla di furore e tavole e sedie andare all’aria.