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Un bandito in pericolo. | 245 |
— Ed il comandante della nave non assalirà dopo il rifugio?
— Noi non possiamo rispondere delle sue intenzioni, — disse Ioe. — Tuttavia voi non verrete ucciso, ve ne do la mia parola.
— Allora accetto.
— Dove si trova questo covo?
— A due o tre miglia da qui, fra le scogliere della spiaggia settentrionale.
— Hanno una nave i vostri compagni?
— Sì, una goletta rapida e bene armata, quella che ha condotti qui il signor de Ferreira e Vargas e che noi avevamo incontrata nel mare del Corallo.
— Che sia ancora vivo mio fratello? — chiese Ioao con voce angosciata.
— Di questo sono certo, perchè il nostro capo aveva delle idee su quei due uomini.
— E quali?
— D’imporre un forte riscatto per la loro liberazione.
— Quanti uomini vi sono nel rifugio? — chiese Ioe.
— Non ve lo posso dire. Dopo il naufragio della nostra nave avvenuto tre mesi or sono nei pressi di Tonga-Tabù io non ho più posto piede su quest’isola. Devono però essere molti e anche bene armati.
— Riusciremo a salvare i prigionieri? — chiese Sao-King.
— Non sarà cosa facile, tuttavia io non dispero conoscendo tutte le entrate del rifugio.
— Mastro Dik, — disse Ioe, con voce grave. — Badate a quello che fate perchè se ci tradite, parola da olandese, vi leverò la pelle pezzo a pezzo.
— Voi mi avete salvato da una morte orribile, vi devo dunque della riconoscenza, — rispose il bandito con un tono di voce che pareva sincero. — Sono forse meno cattivo di quello che credete ed i delitti dei miei compagni cominciavano a pesarmi sulla coscienza.
Io vi dimostrerò che anche un pirata può ritornare un galantuomo e avere ancora una parola.
Signori, disponete di me e non ve ne pentirete.
— Lo vedremo in seguito, — disse Ioe, crollando il capo.
— Dubitate?
— Un poco.
— Avete ragione, — disse il pirata, con una certa amarezza. — Fino a questo momento sono stato un miserabile briccone e avete il diritto di considerarmi ancora tale.
Signori, partiamo; ho fretta di mostrarvi il contrario. —