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238 | Capitolo Trentatreesimo. |
— Signor Ioao, — disse, balzando rapidamente in piedi colla carabina in mano.
— Chi s’avvicina? — chiese il giovane, mettendosi prontamente in guardia.
Un momento dopo compariva Sao-King, ansante, sudato, coi lineamenti sconvolti.
— Presto! Spegnete il fuoco! — esclamò. — I selvaggi!
— Siete inseguito? — chiese Ioe.
— No, non mi hanno veduto, ma stanno prendendo terra nella piccola baia.
— Quanti sono? — chiese Ioao.
— Ho veduto una doppia canoa piena.
— Sei certo di non essere stato scoperto?
— Ero in mezzo ad una macchia e poi molto lontano.
— Che vengano qui? — chiese Ioe, il quale aveva gettato della terra sulla brace per spegnerla.
— Io non lo so, — rispose Sao-King.
— Bisogna sorvegliarli, — disse il marinaio. — Sono già sbarcati?
— No.
— Si dirigevano però verso la baia.
— Non distavano dalla spiaggia che tre o quattrocento passi.
— Signor Ioao, — disse il marinaio, — rimandiamo a più tardi la colazione e andiamo a vedere quale direzione prenderanno quei brutti antropofagi.
Così potremo poi regolarci sulla via da tenere.
— Condivido la vostra idea, — rispose il giovane.
Ioe sospese l’arrosto all’estremità d’un ramo onde qualche bestia non lo mangiasse, poi si mise in marcia seguendo Sao-King e Ioao.
Non vi erano più di trecento metri dal loro campo al margine della foresta, quindi quel tragitto fu compiuto in pochissimi minuti.
Quando giunsero presso gli ultimi cespugli, videro che i selvaggi erano di già sbarcati.
Erano una dozzina, tutti di statura alta e di forme quasi atletiche, colla pelle quasi nera ed una capigliatura abbondante e ricciuta raccolta intorno ad un pettine di legno come usano i vicini abitanti della Papuasia.
Alle anche avevano dei corti gonnellini di stoffa oscura, adorni di frange di fibre di cocco e alle braccia ed al collo monili di scagliette di madreperla, d’argento e di denti forse umani.
Tutti poi erano armati di lance, di mazze e di coltelli di pietra e qualcuno anche d’arco.
Mentre alcuni stavano trascinando sulla spiaggia il loro legno formato da due canoe unite insieme da un piccolo ponte volante e munito d’un albero sostenente una vela triangolare di vimini in-