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222 Capitolo Trentunesimo.

— Avete intenzione d’assalire l’isola, signore? — chiese Sao-King.

— E subito, mio bravo chinese.

— E non uccideranno mio fratello? — chiese Ioao, impallidendo.

Il comandante non rispose. Era probabile che i banditi, vedendosi assaliti, trucidassero i due prigionieri per disfarsi di due pericolosi testimoni delle loro bricconate, ma d’altronde, non vi era alcun mezzo per evitare quel pericolo.

— Orsù, — disse il signor Wan Praat, dopo un lungo silenzio, — non disperiamo ancora. E poi chissà che Strong non si decida a parlare ed in cambio della vita c’insegni un modo qualsiasi per salvare vostro fratello ed il signor Vargas.

Non giungeremo a Mera prima di due giorni non volendo impegnarmi subito fra quelle isole pericolose ed in quarant’otto ore possono accadere molte cose.

Intanto cercheremo di raggiungere quel veliero, per accertarci se si è diretto su Mera o se ha continuata la sua corsa attraverso lo stretto.

— Sarà già molto lontano, — osservò Sao-King.

— Questi paraggi sono troppo pericolosi, perchè una nave vi si venturi a piene vele e perciò non avrà percorsa molta via, — rispose Wan Praat. Basta e mettiamoci in caccia.

La Groninga doppiava allora la punta d’York, avanzandosi, colle dovute precauzioni, attraverso quel pericolosissimo stretto ingombro d’isole, di scogliere e di bassifondi sabbiosi.

Anche oggidì, malgrado i numerosissimi rilievi fatti dalle navi inglesi dell’Australia, lo stretto di Torres presenta tali ostacoli, che la maggior parte dei velieri preferiscono fare il giro della Nuova Guinea, piuttosto che cacciarsi entro quel ginepraio.

Sono sempre i polipi, quegli infaticabili costruttori, che rendono lo stretto difficilissimo perchè modificano continuamente le coste delle isole e ne creano delle altre. Dove trovano un buon fondo vi si posano, si moltiplicano in modo spaventoso e da un anno all’altro portano le loro costruzioni formidabili alla superficie del mare.

Le navi quindi si possono trovare, da un momento all’altro, dinanzi a quelle scogliere di cui non suppongono l’esistenza ed infrangersi con grande soddisfazione degli antropofagi che sono sempre pronti ad accorrere per banchettare coi cadaveri dei poveri marinai.

Il comandante della Groninga però conosceva molto bene lo stretto ed i suoi pericoli, perciò aveva fatto imbrogliare gran parte delle vele e mettere in acqua una baleniera onde precedesse la nave e scandagliasse il fondo.

Le isole del Principe di Galles si mostravano all’orizzonte, disseminate su un vasto spazio e circondate da fili di scogliere contro le quali il mare doveva rompersi con estrema violenza.

La nave invece non si scorgeva in alcuna direzione. Aveva cer-