Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
214 | Capitolo Trentesimo. |
I selvaggi che le abitano sono di statura quasi atletica e ben fatti, di carnagione nera, colla fronte larga, il naso grosso e non ischiacciato come quello dei negri, coi capelli crespi che tingono di rosso e sono antropofagi.
Già più volte hanno assalito le navi che si sono arrischiate ad approdare nelle loro terre e molti sono stati i marinai mangiati da loro. Fino dal 1793 si erano segnalati per la loro ferocia, trucidando barbaramente, a colpi di mazza, parte degli equipaggi del Chesterfiend e dell’Hormazier che si erano ancorate fra le isole Warmwax e Mua.
La Groninga superato il capo York, si era messa ad incrociare attraverso lo stretto, in modo da poter scorgere qualsiasi nave che si fosse arrischiata attraverso a quei banchi e da sorvegliare da lontano i paraggi delle isole del Principe di Galles, rifugio dei pirati.
Il comandante era più che certo, al pari di Sao-King e di Ioao, i quali conoscevano ormai troppo bene la velocità dell’Alcione, che la nave non fosse ancora giunta dinanzi al canale.
Incrociando in quel luogo era quindi sicuro di catturarla prima che giungesse in vista di Mera.
— Abbiate pazienza, — aveva detto a Ioao, il quale era tutt’altro che tranquillo. — L’Alcione non passerà di qui senza il mio permesso.
Tuttavia trascorsero tre lunghi giorni senza che alcun veliero si mostrasse nè verso occidente nè verso oriente.
Già una vaga inquietudine cominciava a far trepidare tutti, temendo che l’Alcione non avesse potuto resistere all’uragano che aveva sconvolto il mare del Corallo, quando la notte del quarto, fra le undici e la mezzanotte, un gabbiere che si era issato fino sul contropappafico per imbrogliare quella vela, mandò un grido:
— Fanale sottovento!
Il comandante che non si era ancora ritirato nel quadro, e stava discutendo con Ioao e Sao-King, udendo quel grido aveva subito ordinato:
— Pronti a virare!... Gli artiglieri a posto di combattimento!
Poi mentre l’equipaggio si disponeva ai bracci delle vele e i migliori cannonieri accorrevano ai loro pezzi, si inerpicò fino alla coffa dell’albero maestro, invitando Ioao e Sao-King a seguirlo.
Verso il nord, ad una distanza che fu calcolata di tre o quattro miglia, si vedeva un punto luminoso, a luce verde, spiccare vivamente fra la profonda oscurità e muoversi velocemente.
— È una nave che corre con vento in poppa e che cerca d’imboccare lo stretto, — disse il comandante. — Sarà l’Alcione o qualche vascello proveniente dalle coste orientali dell’Australia diretto nei mari della Sonda? Qui sta la questione.
Qual è la vostra opinione, Sao-King?
— Mi pare che quella nave cammini troppo velocemente per essere l’Alcione, — rispose il chinese.