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202 Capitolo Ventottesimo.

Sao-King attese alcuni minuti, poi vedendolo addormentato, si levò dirigendosi verso la spiaggia.

Non si era mosso perchè temesse da quella parte qualche pericolo, bensì per vedere se scorgeva in qualche direzione i fanali del vascello.

Se si era ancorato a breve distanza, si dovevano distinguere in quelle fitte tenebre.

Avendo trovato un giovane niaulis, si arrampicò fino agli ultimi rami, guardando verso il sud, perchè era in quella sola direzione che la nave doveva essersi arrestata.

Invece sul fosco orizzonte non si scorgeva alcun punto luminoso.

— Che sia andata a picco? — si domandò con ansietà. — Se una simile disgrazia fosse accaduta sarebbe anche la perdita nostra.

Orsù, non scoraggiamoci, domani seguiremo la spiaggia e forse saremo più fortunati.

Tornò lentamente verso la capannuccia e si accoccolò presso Ioao, il quale continuava a dormire placidamente come se si trovasse ancora nella sua cabina.

La pioggia continuava a cadere a torrenti ed un vento furioso scuoteva e spezzava i rami degli alberi, ingolfandosi con urla diaboliche, sotto le foreste.

Il mare, sempre agitatissimo, si rompeva contro il lido, avventando le sue ondate al disopra delle rizophore e spruzzando talvolta perfino la capannuccia.

Sao-King, in preda a continue inquietudini, non chiuse gli occhi un solo istante.

Quando cominciò ad albeggiare svegliò Ioao, dicendogli:

— È ora di partire, signore.

— Di già? — chiese il giovane, sbadigliando. — Mi pareva d’essermi appena addormento.

— Presto, se le nubi si romperanno, spunterà il sole e forse dobbiamo percorrere molta via prima di giungere all’ancoraggio del vascello.



CAPITOLO XXIX.

I neo-caledoni


Il vento era un po’ diminuito e la pioggia era cessata, però il cielo si manteneva sempre coperto ed il mare ancora agitatissimo, anzi pareva che le onde fossero diventate più impetuose, perchè ora coprivano interamente le rizophore contorcendo furiosamente le cime più elevate dei rami.

Una pallida luce, d’aspetto tetro, cominciava a diffondersi pel cielo, tingendo le acque di riflessi color dell’acciaio brunito e rompendo le tenebre accumulate sotto i boschi.