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192 Capitolo Ventisettesimo.

avvistare la punta settentrionale della Nuova Caledonia. Al di là s’apriva il mare del Corallo, ampia estensione d’acqua che bagna contemporaneamente le coste orientali dell’Australia ed il pericolosissimo arcipelago delle Linsiadi posto all’estremità della Nuova Guinea e Papuasia.

Il mare però, al di la dell’isola di Bulabea che s’innalzava in una profonda incavazione della Nuova Caledonia, era così sconvolto, da spaventare perfino i pirati.

Vere montagne d’acqua d’un’altezza prodigiosa, si scagliavano le une dietro alle altre con foga formidabile, producendo un orribile rimescolamento nei dintorni dell’isola.

La punta settentrionale della Nuova Caledonia, cosparsa di pericolose scogliere, rompeva quelle ondate, facendole rimbalzare fino alle tempestose nubi.

L’Alcione, affogato da quelle masse liquide, quasi senza vele, essendosi presi terzaruoli su tutta la randa e ammainate prontamente le altre per non far precipitare la malferma alberatura, non governava quasi più e veniva respinto senza posa.

Il momento era terribile: un naufragio pareva certo.

Strong, spaventato, aveva raggiunto l’argentino il quale si affaticava alla ribolla del timone.

— Che cosa dite voi? — gli chiese.

— Che la salvezza della nostra nave è appesa ad un filo, — rispose l’argentino.

— Che non sia possibile varcare il capo?

— Lo dubito.

— Allora la nostra nave si sfracellerà.

— Può darsi.

— Ma io non lo voglio!

— Mettetevi voi alla ribolla; vi cedo volentieri questo posto, — rispose l’ufficiale, seccato. — Devo dirvi...

La frase gli fu spezzata da una lontana detonazione che non potevasi confondere col tuono.

— Un colpo di cannone, è vero? — chiese Strong, con voce sorda.

— Sì, una cannonata, — confermò Sao-King il quale si era aggrappato alle griselle dell’albero di mezzana.

Un lampo squarciò in quel momento le nubi, illuminando lo sconvolto oceano.

Quantunque quella luce livida fosse durata solamente pochi secondi, il chinese aveva potuto scorgere, alla distanza di un miglio, forse meno, una grossa nave che al pari dell’Alcione si sforzava di doppiare il capo della Nuova Caledonia.

— Signor Ioao, — disse, vedendosi presso il giovanotto. — Abbiamo nelle nostre acque una nave da guerra!