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Uno scambio atroce. 181

— Che cosa volete farne di quegli uomini? — chiese l’ufficiale, il quale cominciava già a sospettare l’infame progetto del bandito.

— Mi servono per pagare i viveri, — rispose Strong, pacatamente. — Vi aggiungerò un po’ di ferraccio e questi bravi isolani saranno soddisfatti.

— E li vendete schiavi!

— Schiavi! Non sanno cosa farne a Pylstard; qui l’uomo non è che un commestibile.

— Li mangeranno!

— Questa notte, signor mio.

— E non vi ripugna la coscienza!

— Che cosa volete che ne facessi di quei bruti.

— Ah! Vile bandito!

— Ancora! Avete la lingua sciolta voi, perfino troppo!...

— Degli uomini bianchi che vendono carne umana da macellare! Mi fate nausea, canaglia!

— Volevate che noi crepassimo di fame? Dovevate caricare la vostra nave di merci di scambio. Che gente schizzinosa! Va in bestia per una cosa così semplice. Decisamente non siete fatto per andare d’accordo con noi.

— Date del ferro e non degli uomini a quegli antropofagi! — gridò l’argentino, pallido di rabbia.

— Sì, regaleremo loro le catene delle nostre ancore, — disse Strong con accento beffardo. — Lasciate pensare a me; di commerci me ne intendo. —

Ciò detto volse le spalle per aiutare i suoi uomini a spingere gl’isolani i quali mandavano urla orribili, cercando di sfuggire alle strette dei banditi. —

L’argentino aveva mandato un grido.

— A me, amici! Impediamo questa infamia! —

Sao-King, Cyrillo e Ioao si erano slanciati innanzi come un solo uomo, armandosi rapidamente colle aspe dell’argano.

— Lasciate andare! — tuonò il chinese facendo volteggiare la manovella.

Ad un breve comando dato da Strong, quattro pirati avevano fatto un rapido dietro fronte, puntando i loro moschetti verso i prigionieri.

— Giù le aspe! — gridò Strong, con voce minacciosa. — Giù, o vi faccio fucilare come cani.

— Voi potete ucciderci, ma noi non permetteremo che si compia una simile infamia, — disse Cyrillo.

— Ed io vi ucciderò, — urlò Strong. — Qui comando io. Basta! Giù le aspe od io.... Sangue dell’inferno! Obbedite!...

Il momento era terribile, perchè il bandito pareva risoluto a fare seguire alla lettera la sua minaccia, anzi aveva spinto innanzi la canna del suo moschetto fino a toccare il petto del coraggioso commissario.