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180 | Capitolo Venticinquesimo. |
— E prima che lo attraversiamo qualche cosa succederà, signor Cyrillo.
— E ci troverete tutti pronti ad aiutarvi.
Mentre si allontanavano, dieci piroghe montate da una cinquantina di selvaggi si erano accostate alla nave.
Contenevano un gran numero di piccoli porci, delle grosse tartarughe marine, dei banani, delle noci di cocco, dei frutti d’albero del pane e soprattutto molti ignami, grossi tuberi che si conservano a lungo come le nostre patate, pesanti trenta o quaranta libbre, di colore rosso per lo più e che si mangiano cotti sui carboni o in acqua.
I selvaggi invasero subito la nave, ammonticchiando le frutta sulla coperta e gettando i porci e le testuggini nel frapponte, dove venivano subito legati agli anelli che si vedevano sul tavolato.
Non era che la prima portata, poichè dopo le piroghe riprendevano il largo con parte dei selvaggi e due pirati i quali avevano caricato due barche di barili per le provviste d’acqua.
Strong aveva fatto preparare un pranzo da Davy, composto di biscotto guasto, di un po’ di merluzzo e di tutti i rimasugli trovati nel quadro di poppa, invitando i principali guerrieri.
Vi aveva aggiunte le ultime bottiglie del capitano, una mezza dozzina circa, malgrado le rimostranze dei suoi compagni, ai quali spiaceva di intraprendere la lunga traversata senza una goccia di liquore.
Verso sera le piroghe erano di ritorno portando altre frutta, dei crostacei grossissimi, della farina di sagù, estratta dal midollo dell’albero omonimo e molti pesci che si potevano salare od affumicare.
Non mancavano una grossa provvista di legna secca e parecchi tronchi lunghi e diritti, che parevano ricavati da una specie di pino, albero comune anche nella vicina Nuova Caledonia.
— Che possano bastare quei tronchi? — chiese Strong, all’argentino.
— Per rizzare un nuovo albero da appiccarsi? — chiese questi con ironia.
— Per la nostra nave.
— Dite per la vostra.
— Per ora è di proprietà comune, — disse Strong.
— E che cosa darete in cambio di questi viveri ai selvaggi?
— Volete saperlo?
— Lo desidero.
— Guardate. —
In quel momento i pirati dopo di aver fatto portare a bordo i barili ripieni d’acqua, trascinavano sul ponte gli otto selvaggi di Vavau che fino allora erano rimasti incatenati nella sala.
I disgraziati, indovinando forse la loro triste sorte, opponevano una resistenza disperata, difendendosi a pugni ed a calci.