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L’arrosto di carne bianca. | 167 |
Mua aveva abbordata la nave presso la scala, preparandosi a salire.
— Signori, — disse Strong, volgendosi verso Cyrillo ed i suoi compagni. — Nascondetevi nel quadro e non abbiate timore: noi sapremo difendervi.
I tre americani e Sao-King avevano appena chiusa e barricata la porta, quando Mua, seguìto da otto guerrieri armati di clave, comparve sulla tolda.
Strong, dopo d’aver mandato quattro uomini sul cassero, dove aveva fatti portare i due piccoli pezzi d’artiglieria per poter spazzare la coperta della nave, nel caso d’un assalto, si era avanzato verso il capo degli antropofagi, tenendo in mano il moschetto.
— Ti aspettavo, — gli disse.
— E dove sono gli uomini bianchi che ci hai promessi? — chiese il capo, con voce minacciosa. — La mia tribù è impaziente di mangiarli.
— Non perderà nulla nell’attesa, — rispose il pirata con voce tranquilla. — Prima di consegnarteli e di andarmene voleva offrire a te ed ai tuoi bravi guerrieri una bevuta di gin, il liquore che ti piace tanto.
Udendo quelle parole, la collera del capo si spense di colpo.
— Tu hai di quella bevanda che rode la gola? — chiese avidamente.
— E tanta da accontentare tutti i tuoi guerrieri.
— Mi viene un’idea, — disse il selvaggio. — Penso di fare qui il banchetto e di innaffiarlo col tuo delizioso liquore. Farò portare gli spiedi e la legna.
— Sei pazzo! — esclamò Strong. — Mi bruceresti la nave, e poi tu sai che a noi ripugna la carne umana, specialmente la bianca.
— I tuoi prigionieri li mangeremo allora questa sera. Sono sotto buona guardia?
— Li ho fatti incatenare.
— Lasciameli vedere.
— Sì, dopo che avrai bevuto, — rispose Strong, con un risolino sardonico.
Fece un cenno ai suoi uomini e questi si avanzarono portando le due casse piene di bottiglie che avevano levate poco prima dal quadro di poppa.
Era l’ultima riserva del capitano, trovata nascosta sotto il lettuccio della sua cabina.
Mentre i selvaggi dietro invito del loro capo salivano a bordo per prendere parte all’orgia, Strong, aveva aperte le due casse, levando le bottiglie.
Ve n’erano ottanta, quantità sufficiente per ubriacare per bene quegli antropofagi non abituati a bevande così spiritose.