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144 | Capitolo Ventesimo. |
— L’impresa mi sembra troppo pericolosa, Sao-King.
— Un’idea! Unendo le corde che ci legavano si potrebbe formare un laccio.
— Lo spero.
— Lo squalo mi pare che si sia addormentato.
— E vuoi concludere?
— Che si potrebbe prenderlo.
— È troppo pesante per issarlo.
— Mi basterebbe imprigionargli la coda, signor Ioao. Il mio coltello farà il resto.
— Vado a raccogliere le corde, — disse il giovane peruviano. — Io passerò più facilmente di te attraverso il tubo.
— Andate mentre io sorveglio lo squalo, — rispose Sao-King.
L’assenza di Ioao non durò più di tre minuti. Aveva trovato le corde, le aveva unite e fatto anche il nodo.
— Basteranno? — chiese a Sao-King.
— Sì, — rispose questi. — Ora accendete un pezzo d’esca.
— Cosa vuoi fare?
— Cercare una qualche punta per legare l’estremità della corda. Se non prendessimo questa precauzione, lo squalo ci trascinerebbe nel pozzo.
Ioao obbedì.
Alla scarsa luce dell’esca, Sao-King scoprì parecchie punte rocciose che potevano servire al suo progetto.
Legò la fune attorno alla più solida, poi lasciò calare il laccio nel pozzo, immergendolo in direzione della coda.
Lo squalo pareva addormentato. Era salito quasi a fior d’acqua e non agitava più le pinne e nemmeno la sua formidabile coda.
— Quando lo avremo imprigionato, io salterò nel pozzo, — disse Sao-King — e con due o tre colpi di coltello lo sventrerò.
— E se nella caverna vi fossero altri pesci-cani? — chiese Ioao rabbrividendo.
— Risalirò servendomi della fune. Voi non scendete finchè non ve ne darò il segnale.
— Sao-King, — disse il giovane, con voce commossa. — Tu corri incontro a dei gravi pericoli.
— Preferisco tentare la sorte piuttosto di venire mangiato da quegli abbominevoli antropofagi.
Signor Ioao, non esitiamo più. —
Prese la corda la spinse innanzi, facendo passare il laccio intorno alla coda dello squalo, poi diede una violenta strappata, imprigionandola strettamente.
Il mostro, sentendosi stringere, aveva alzata la testa, mostrando la sua enorme bocca semicircolare armata di denti triangolari.
Rimase un momento immobile, come sorpreso, poi agitò le pinne tentando di fuggire verso l’uscita della caverna sottomarina, ma la corda tenne fermo, arrestandogli lo slancio.