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La caveran dei pesci-cani. 143

— Gettiamoci in acqua, Sao-King e fuggiamo. —

Il coraggioso giovane stava per levarsi le scarpe e la giacca onde essere più libero nei movimenti, quando Sao-King lo arrestò, dicendogli con voce alterata:

— Guardate! Lo sospettavo! —

Una massa enorme, che aveva la forma d’un pesce, era improvvisamente comparsa in prossimità dell’apertura e si era fermata, agitando dolcemente la larga coda e le lunghe pinne dorsali.

Nel vederla, Ioao aveva provato un brivido e si era sentito bagnare la fronte da un freddo sudore.

— Uno squalo! — disse.

— Sì, un pesce-cane, — rispose Sao-King, coi denti stretti. — Il bandito doveva sapere che questa caverna sottomarina aveva dei guardiani ben più pericolosi dei selvaggi.

— Siamo perduti, — disse Ioao.

Il chinese era rimasto silenzioso, guardando l’ombra gigantesca che rimaneva immobile quasi a fior d’acqua, non ostante che le onde s’infrangessero, con un fragor di tuono, in fondo a quella specie di pozzo.

— A che cosa pensi, Sao-King? — chiese Ioao, dopo qualche istante.

— A fuggire, — rispose il chinese.

— E non vedi che quello squalo pare che ci aspetti?

— Quando ero palombaro, ne ho uccisi non pochi sui banchi di Manaar.

— E tu oseresti?

— Assalirlo, se fossi certo che è solo.

— Che ve ne siano altri?

— È ciò che temo; queste caverne sono ordinariamente abitate da intere famiglie di pesci-cani.

Eppure gl’isolani non hanno paura a entrare in questa cavità sottomarine per sorprenderli.

— È impossibile, Sao-King.

— Li ho veduti io, signor Ioao. Aspettano che gli squali dormano e vanno a legare le loro code con dei nodi scorsoi, issandoli poi a fior d’acqua.

— Tanta audacia! — esclamò il giovane, stupito. — E se si svegliano durante l’operazione.

— Ciò accade sovente.

— Quei pescatori non sfuggiranno di certo ai denti dei pesci-cani.

— Anzi riescono a scapparla sempre. Mi hanno raccontato che per tenere tranquilli gli squali li accarezzano dolcemente sotto il ventre, evitando però di far scorrere le mani a contro pelo.

— E tu vorresti tentare di scendere in questo pozzo?

— Ho la vostra navaja, signor Ioao, un’arma solida e acuta.

D’altronde non abbiamo da esitare: o finire nel ventre dei selvaggi od in quello dello squalo.