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128 | Capitolo Diciassettesimo. |
— Noi non abbiamo ancora la prova della loro colpa, — gridò. — Guai a chi li tocca. Che l’uomo bianco ci dia la prova e noi non risparmieremo gli autori della morte del capo.
— Io te le darò fra tre giorni, — disse l’europeo. — Per ora conducili in una capanna ben guardata. —
Sao-King e Ioao avevano tentato di scagliarsi contro il miserabile, ma venti uomini si erano schierati intorno a loro, impedendo di fare un passo.
— Si conducano nella mia capanna, — aveva comandato O-Rea.
Sao-King e Ioao, minacciati, assordati da urla feroci, vennero senz’altro trascinati via e cacciati entro una vasta capanna la cui entrata fu subito sbarrata con grossi tronchi d’albero.
La scena si era svolta così rapidamente, che nè Sao-King nè Ioao avevano potuto opporre la menoma resistenza.
Quando si videro rinchiusi, il chinese ebbe un’esplosione di collera tremenda.
Strappò le stuoie che coprivano le pareti della capanna e fracassò quanti vasi si trovavano negli angoli, scagliando i pezzi attraverso i pertugi che davano luce all’abitazione.
Fu con molto stento che Ioao potè finalmente calmarlo.
— Non farai che peggiorare la nostra situazione, mio povero Sao-King, — disse. — Pensiamo invece al modo di persuadere O-Rea della nostra innocenza.
— Avete ragione, signor Ioao, — disse il chinese. — Sono stato uno stupido. Ma cosa volete? Ero fuori di me stesso.
— Speri di poter convincere O-Rea che quell’uomo ha mentito?
— Io lo tenterò, signor Ioao, quantunque abbia i miei dubbi. Quel miserabile ha lanciato contro di noi un’accusa tremenda che ci costerà forse la vita.
— Io sospettavo un nuovo tradimento, Sao-King.
— Ed anch’io non ero tranquillo.
— Quell’uomo è lo stesso che tu hai veduto nella foresta?
— No, è un altro.
— Quale accanimento spinge quei miserabili contro di noi?
— Io lo ignoro, signor Ioao. Vi dico però che vorrei averli nelle mie mani per farli a pezzi. Ah! Se potessimo fuggire!
— In qual modo? — chiese Ioao.
— Aprendoci un passaggio attraverso la parete.
— La cosa sarebbe facile, possedendo io un’arma; al di fuori però veglieranno.
— Voi avete un’arma! — esclamò Sao-King, con stupore.
— Sì, — rispose il giovane.
Si frugò nella tasca interna della giacca e mostrò una navaja che aprì con un rumore secco.