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124 | Capitolo Diciassettesimo. |
Mentre una di quelle donne poneva i cesti dinanzi ai due stranieri, le altre si erano messe a masticare vigorosamente le radici, sputandole poi contro un grosso vaso di terra.
— Che cosa fanno? — chiese Ioao, sorpreso.
— Preparano il liquore, — rispose il chinese.
— Con quelle radici?
— Sì, signor Ioao. Occorre masticare le cuva se si vuole ottenere una bevanda passabile ma alquanto nauseante pel modo con cui viene preparata.
Le donne intanto, terminata la masticazione, avevano riempito il vaso d’acqua, battendola poi frettolosamente con delle spatole di legno.
Lasciato chiarificare il liquore, empirono delle tazze formate con foglie di banano, offrendole ai due stranieri.
— Peuh! — fece Ioao, respingendo la tazza. — Non berrò mai simile porcheria.
Sao-King invece, meno schizzinoso, tracannò la sua dichiarando quel liquido passabile, quantunque avesse un gusto estremamente pepato.
Avevano appena terminato di mangiare, quando udirono al di fuori a rullare i tamburi di legno e subito dopo videro entrare il vecchio.
— Siamo pronti, — disse. — La cerimonia sta per incominciare.
— Andiamo, signor Ioao, — disse Sao-King. — Dopo che i funerali saranno terminati, spiegheremo meglio il motivo della nostra venuta.
Quando uscirono, l’intera popolazione s’era schierata sulla vasta piazza del villaggio, mandando urla lamentevoli.
Nel centro, su di un graticciato, stava coricato il cadavere del capo, avvolto in un’ampia stuoia dipinta in rosso e guardato da dodici donne.
L’odore che mandava quel corpo già disfatto, era così orribile, da far indietreggiare perfino Sao-King. Eppure, secondo l’usanza, quelle disgraziate da cinque giorni non si erano staccate da quel cadavere, mangiando e dormendo ai suoi fianchi e colla proibizione assoluta di lavarsi le mani anche quando lo ungevano d’olio di cocco per meglio conservarlo.
— È orribile! — esclamò Ioao, il quale si sentiva venir meno.
— E questo è ancora nulla, — rispose Sao-King. — Fatevi animo e guardatevi dall’intervenire quando saremo costretti ad assistere a delle atroci scene di cannibalismo.
La popolazione intanto si era riunita attorno al cadavere, mandando urla e lamenti da sfondare le orecchie più solide.
Ad un tratto tutta quella gente parve presa da un vero accesso di pazzia sanguinaria.
Uomini e donne si graffiavano rabbiosamente i volti, si tagliuz-