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118 Capitolo Sedicesimo.

gaie e si era gettato in fondo alla piroga, urlando come se fosse impazzito.

Quel povero diavolo di certo non aveva mai udito uno sparo e credeva che un fulmine fosse caduto sulla piroga.

— Signor Ioao! — gridò Sao-King. — Prendete il mio moschetto!

S’impadronì delle pagaie e si mise ad arrancare furiosamente per spingere la barca al largo, mentre il giovane peruviano scaricava il secondo fucile contro i selvaggi che si erano dati a fuga precipitosa, abbandonando il loro compagno.

— Non esponetevi! — gridò il chinese. — vi può essere l’uomo bianco con quei banditi! —

Aveva appena terminata la frase quando si vide un lampo balenare in mezzo ad un folto cespuglio che copriva un isolotto della foce.

Poco dopo una palla spezzava una delle due pagaie a pochi pollici dalla mano destra del chinese.

Fortunatamente ve n’erano altre due nella piroga.

Sao-King, senza perdere un atomo del suo sangue freddo, prese un altro remo e precipitò la corsa, mettendo la barca fuori di portata.

— Aiutami! — disse Sao-King, vedendo il pescatore a rialzarsi.

— Io ho paura, — rispose il giovane. — Non ho mai udito tanto fracasso. È caduta la folgore sulla nostra scialuppa?

— No, l’abbiamo scatenata noi per mettere in fuga i nostri nemici. Orsù coraggio e dà mano ai remi se ti preme la vita.

Il selvaggio che tremava ancora per lo spavento provato, si fece animo e prese la terza pagaia aiutando il chinese.

Ioao intanto aveva ricaricati i fucili e sorvegliava la spiaggia, quantunque fossero ormai tanto lontani da dubitare che le palle potessero giungere.

I selvaggi erano scomparsi. Fra le dune non era rimasto che il ferito il quale continuava a urlare disperatamente, temendo di ricevere una nuova scarica.

Anche l’uomo bianco, dopo quel colpo di fucile, non si era più fatto vivo.

— Avevo ragione di sospettare di loro, — disse Sao-King, continuando ad arrancare. – Quel tonfo doveva essere stato prodotto da qualche spione che si era nascosto fra i rami del fico.

— Sì, Sao-King, — rispose Ioao. — Ora però non ci prenderanno più, a meno che non trovino qualche piroga e ci diano la caccia.

— I selvaggi non oseranno esporsi al nostro fuoco una seconda volta. Ehi, amico, arranca forte.

— Ed il mio tamadao? — chiese il pescatore, a cui rincresceva abbandonare quella grossa preda.

— Lascialo ai pesci-cani, — disse Sao-King. — D’altronde noi te lo pagheremo con un superbo braccialetto di ottone.