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102 'Capitolo Quattordicesimo.

Cerchiamo un posto ove accamparci e armiamoci di pazienza. Forse la piroga non tarderà a ricomparire.

Attraversarono le rizophore passando di radice in radice e raggiunsero la riva arrestandosi sotto una splendida banana del paradiso, le cui foglie gigantesche, ricadendo graziosamente intorno al breve tronco, proiettavano un’ombra freschissima.

— Troveremo qui la cena pronta, — disse il chinese, mentre Ioao girava intorno alla pianta guardandola con viva curiosità. — Non avremo da fare altro che staccare quel grappolo gigantesco e avremo tanta frutta da poter nutrirci per una settimana.

— Una pianta preziosa per queste isole. È vero Sao-King? — chiese il giovane.

— Quanto quella del cocco, signor Ioao, — rispose il chinese. — Fanno un consumo enorme di queste frutta questi selvaggi, servendo loro anche da pane, quantunque la farina che se ne estrae non sia molto nutritiva. Le mangiano fresche, oppure le seccano come i fichi o le cuociono sotto la cenere. Anche il fusto non è da disprezzarsi perchè, inciso, dà un umore dolciastro, gradevolissimo, ottimo per spegnere la sete.

— In attesa dei selvaggi possiamo cenare, Sao-King. Io ho alcuni biscotti nelle mie tasche.

— L’idea non mi pare cattiva, — disse il chinese, ridendo. — Mentre voi sorvegliate i dintorni io vado a far raccolta di frutta.

— Sempre sospettoso tu.

— Non mi fido di questi mangiatori di carne umana. —

Si spinse dapprima verso la riva per accertarsi coi propri occhi che nessun pericolo li minacciava, poi mentre Ioao percorreva il margine della foresta, salì sul banano aprendosi faticosamente il passo fra quelle immense foglie e raggiunse il centro del tronco.

Un grappolo grossissimo, formato da una cinquantina di frutti, s’incurvava verso il suolo. Era perfettamente maturo perchè le scorze cominciavano già ad ingiallire.

Sao-King con un colpo di coltello lo recise e lo lasciò cadere al suolo, essendo troppo pesante per poterlo portare.

Stava per discendere, quando udì il giovane peruviano a esclamare:

— Cos’è questo?

— Avete trovato qualche animale, Ioao.

— No, un cappello.

— Un cappello! Volete scherzare? Io non ho mai veduto questi isolani portarne, anzi io credo che ne ignorino perfino l’uso.

— Guarda, Sao-King! —

Il giovane, uscito da un folto cespuglio che aveva allora frugato colla speranza di sorprendere qualche cinghiale, animali comunissimi nelle isole dell’Oceano Pacifico, teneva in mano un ampio cappello di paglia grossolana, il quale portava dipinto in nero un numero molto visibile.