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CAPO VIII.

Il golfo di Carpentaria



GGli australiani, intanto, non avevano abbandonata la spiaggia. Non contenti di aver macellato l’equipaggio chinese e di essersi impadroniti dei depositi di trepang che dovevano servire a numerosi pranzi, pareva che ora cercassero d’impadronirsi degli ultimi superstiti e della giunca, credendola forse zeppa di viveri e fors’anche di liquori.

Si aggiravano intorno alle scogliere vociferando, misuravano la profondità dell’acqua colle loro lance, sperando di trovare dei banchi che si prolungassero fin sotto la giunca e scagliavano i loro boomerangs e ciottoli, ma senza riuscita, poichè quei proiettili non giungevano a destinazione, in causa della distanza che superava i trecento metri. Tuttavia non parevano disposti ad allontanarsi e continuavano a scagliare armi e sassi, a urlare ed a minacciare.