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CAPO I.

La costa australiana


Ai primi d’aprile del 1850, una di quelle bizzarre navi che i chinesi chiamavano giunche o meglio ts’ ao ch’ wan, di forme rozze e pesanti, colla prua arrotondata e fornita di due grandi cubie1 che danno a quei velieri l’aspetto di mostri marini, essendo dipinti in modo che quelle aperture sembrano due occhi smisurati, colla poppa larga e molto rialzata e l’alta alberatura fornita di grandi vele, navigava lentamente e con molta precauzione, lungo le coste occidentali della terra di Carpentaria.

Trenta uomini coi crani rasati, ma forniti sulla nuca di una lunga treccia, la pelle del viso giallastra, cogli occhi

  1. Sono larghi buchi che servono per le catene delle ancore.