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le vendette dei papuasi 231


alberi giganti e svegliando gli uccelli i quali cominciavano a cicalare svolazzando di ramo in ramo.

Grandi stormi di charmasirra papua e di eos sanamata dalle penne rosse, gialle e nere chiacchieravano scaldandosi ai primi raggi dell’astro diurno mescolati a truppe di cicinnuras regia col dorso rosso cupo scintillante e ondulato, di parozie del paradiso splendidissime, nere come il velluto, colle penne semi-arricciate, con una specie di collare d’un verde smeraldo ed il capo sormontato da cinque barbe lunghe venti centimetri e terminanti in un fiocco, a coppie di uccelli grossi come piccioni, colle penne che sembravano di seta nera con un collare che si rialzava in forma di quello che usavano i cavalieri spagnoli del secolo XIV, vagamente screziato d’oro, e certe code lunghe cinque volte più del corpo, leggermente arcuate. Si vedevano pure altri uccelli più piccoli, pure neri,