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gli alberi sagu | 197 |
— Per Bacco!... E che pane, signor Cornelio!... disse il marinaio. Voi sarete il fornaio e noi i mugnai.
— Voglio vedere questo miracolo.
— E anch’io disse Hans.
— Prima di tutto, troviamo un accampamento più sicuro e più adatto, disse il capitano. Qui non spira buona aria per noi e ci occorre un luogo deserto, dove possiamo lavorare senza timore di venire disturbati. Coraggio, ragazzi miei, allontaniamoci da questo fiume e andiamo a nasconderci in una foresta.
La prudenza li consigliava ad allontanarsi, per tema di veder ricomparire in quei luoghi od i pirati che potevano essere stati solamente respinti, od i loro nemici che potevano abitare in quei dintorni.
Ripresero la loro testuggine che non volevano abbandonare e si rimisero in marcia attraverso alla foresta, dirigendosi verso l’ovest. Il marinaio, che possedeva una piccola bussola, li guidava senza tema di errare, quantunque quelle foreste fossero assai fitte e non permettessero di mantenere una via retta.
Hans e Cornelio, pur strisciando fra quelle migliaia di piante che diventavano sempre più fitte e più intricate, nella loro qualità di cacciatori, stavano attenti per non lasciar sfuggire qualche capo di selvaggina che poteva da un istante all’altro alzarsi fra i cespugli, ma non si vedevano che uccelli, ma quali splendidi volatili!... Ora apparivano stormi di superbe colombe coronate, ora delle coppie di epimachus magnificus, uccelli di taglia elegantissima, colle penne nero vellutate sul dorso, la gola ed il petto azzurro-cupo con riflessi verdastri, la coda lunga, adorna di barbe sottili che sembrano peli, o di epimachus albus, bizzarri volatili grossi come i nostri piccioni, colle penne d’una bianchezza abbagliante nella parte posteriore del corpo, e nerissime, a riflessi verdastri, nella parte anteriore e forniti d’una coda stravagante, composta di sei o sette pungiglioni arricciati, o delle bande di promerops superbi, neri di penne, con una coda lunga e voluminosa ed un grosso ciuffo di penne arricciate sul capo, senza poi contare gli stormi numerosi di pappagalli chiassosi e dalle penne smaglianti.
Pareva invece che i quadrupedi mancassero in quella