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caccia alle testuggini 189


— Cosa sono? chiesero Cornelio e Hans.

— Testuggini, disse Wan-Stael.

— A Timor non ho mai veduto simili rettili, zio, disse Cornelio.

— Ti farò assaggiare un arrosto squisito: a me, Horn.

Balzarono tutti e due sul banco che si allungava fino in mezzo al fiume e si precipitarono sulle testuggini che non si erano accorte della presenza dei nemici. In un batter d’occhio afferrarono due delle più grosse e le rovesciarono sul dorso per impedire a loro di fuggire, ma le altre s’affrettarono a cadere in acqua ed a tuffarsi, nascondendosi fra le piante acquatiche.

— Lasciale andare, Horn disse il capitano. Abbiamo carne a esuberanza.

Chiamarono in loro aiuto Cornelio ed il chinese e trasportarono i due rettili sulla riva. Erano lunghi più di ottanta centimetri, larghi quaranta e pesavano complessivamente circa cento chilogrammi.

— Ma questi animali sono corazzati, disse Cornelio, che li esaminava con viva attenzione.

— E la loro corazza è a prova di scure, nipote mio, disse il capitano.

— Ma come si trovano qui delle testuggini?... Mi hanno detto che vivono solamente in mare, zio.

— Ve ne sono di quattro specie: quelle terrestri, che sono le più comuni, grosse, corte, colle gambe che sembrano monconi; quelle palustri che sono le più piccole, quelle fluviatiche e le marine. In quest’isola abbondano tutte le specie ed i selvaggi ne fanno un enorme consumo, essendo la carne di questi anfibi eccellente.

— Ma di cosa si nutrono?

— Di erbe, di radici, di lombrichi, d’insetti acquatici, e quelle marine di alghe e di piccoli crostacei.