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180 | capo xvii. |
notti avevano spento l’incendio non senza fatica e riportando delle ustioni.
Quella lotta non poteva durare a lungo. Il capitano, Cornelio ed il vecchio marinaio sparavano senza posa, ma le freccie diventavano più numerose e si vedevano solcare le tenebre in tutte le direzioni, cadere dinanzi e dietro la casa aerea e talune sul tetto.
— Zio! esclamò ad un tratto Hans, con voce angosciata. Non possiamo più resistere: il tetto è in fiamme.
— Maledizione! gridò Wan-Stael, con rabbia.
— Stiamo per morire arrostiti! gridò Cornelio. Fuggiamo o la casa ci mancherà sotto i piedi!