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16 capo ii.


— Che molluschi sono? chiesero Hans e Cornelio, che si erano curvati per meglio osservarli.

— I trepang, disse il capitano, e dei migliori, ragazzi miei.

— Sembrano cilindri rugosi, disse Cornelio.

— Ma con dei tentacoli, disse Hans.

Il capitano prese uno di quei molluschi e lo fece vedere ai nipoti. Quello strano abitante del mare, rassomigliava infatti ad un cilindro, munito ad una estremità d’un circolo di tentacoli piumosi, ma senza testa, senza occhi, e con un buco che doveva essere certamente la bocca.

Misurava dai dodici ai quindici pollici da una estremità all’altra e la sua pelle, che pareva assai resistente, mostrava lungo il corpo delle cavità molto singolari, ma che ora apparivano ed ora scomparivano.

— È una olutaria bankolungan, diss’egli. È una specie assai pregiata e che si paga cara dai chinesi.

— Ma come sono conformati questi molluschi? Io non vedo nè testa, nè occhi.

— Non hanno nè l’una, nè gli altri, Cornelio, disse il capitano; anzi, sono perfino sprovvisti di organi per l’odorato e per l’udito. Il loro corpo è un vero sacco fornito di muscoli robustissimi, duri, resistenti, che pare non abbia che una sola occupazione: quella di divorare sempre. Vivono in grandi famiglie in fondo alle baie, dove l’acqua è tranquilla e trasparente, strisciando a mo’ dei vermi, aiutandosi colle sporgenze che crescono sui loro corpi e si nutrono di alghe marine, di fuchi, e ingoiano perfino della sabbia, delle pietruzze e dei pezzetti di corallo.

— Che stomachi! esclamò Hans. Devono possedere un apparato digestivo assai potente.

— Il loro stomaco è un tubo che si distende dalla bocca all’estremità opposta del corpo, senza alcuna dilatazione. Il cibo non fa quindi che passare; entra dalla bocca ed esce dall’altra parte, quasi senza arrestarsi.

— Ma questi tentacoli che circondano la bocca, a cosa servono?

— Ad afferrare gli oggetti, le alghe, le pietruzze, ecc.

— Ma mi pare che ne manchino alcuni.

— È vero, Hans. I pesci assalgono spesso le olutarie e se non sono piccoli divorano i tentacoli, ma non sempre però,