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164 | capo xvi. |
— Hai ragione disse il capitano. Quale fortuna se fosse vuota!...
— La occuperemo? chiese Cornelio.
— Senza perdere tempo. Di lassù potremo difenderci contro i pirati, se vengono ad assalirci.
— E non cadrà, quella baracca? Ho poca fiducia, zio mio, di queste costruzioni.
— Sono solidissime, Cornelio; appoggiano su grosse canne di bambù e tu sai come sono robuste, malgrado la loro leggerezza. Seguitemi, amici, ma senza far rumore.
Tenendosi nascosti fra i cespugli e le piante arrampicanti che ingombravano la piccola pianura, i naufraghi s’avvicinarono a quella bizzarra costruzione che aveva delle dimensioni enormi e si arrestarono dinanzi ai primi pali.
Quella casa aerea, situata a sedici metri dal suolo, quantunque costruita da selvaggi che nulla hanno appreso dagli ingegneri europei, era veramente meravigliosa e faceva molto onore ai suoi costruttori.
Nulla può darvi un’idea dell’arditezza di quelle case, le quali inoltre sono d’una solidità a tutta prova, tale anzi da poter sfidare impunemente i venti più impetuosi.
Per costruirle, i papuasi piantano dapprima, e molto profondamente, dei grossi e lunghi bambù leggeri ma resistenti, incorruttibili poichè mai marciscono, incrociandoli e legandoli con fibre di rotang o con liane, ma in modo da sorreggersi gli uni cogli altri.
A dieci metri dal suolo costruiscono un primo pavimento, una specie di terrazzo, con bambù più leggeri e con nervature di foglie intrecciate, il quale riunisce tutte le pertiche consolidandole maggiormente.
Più sopra, a quattordici metri d’altezza, ne costruiscono un secondo assai più vasto, più sporgente del primo e anche più solido, dovendo reggere gli abitanti della casa.
Sopra questo elevano l’abitazione, colle pareti di bambù e di stuoie ed un tetto a due pioventi, coperto da larghe foglie, le quali bastano per impedire i filtramenti delle scarse piogge che cadono in quelle regioni.
Per evitare che i nemici possano sorprenderli nel sonno si servono di due o tre pertiche per salire, fornite di tacche ad una certa distanza. Appoggiano sulla seconda piattaforma,