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puasi o deserti. Oltre a ciò, potevano riposare più tranquilli senza correre il pericolo di venire disturbati dai serpenti che abbondano in quell’isola e anche dalle tigri, che non sono scarse in certe regioni e presso certe coste.

— La nostra prigionia non sarà poi di lunga durata, disse il capitano a Cornelio e ad Hans, che lo interrogavano. Appena l’alta marea ci rimetterà a galla, approderemo sull’una o sull’altra sponda, prima di ridiscendere alla foce.

— Ma temi tu, zio, che i pirati ci blocchino per lungo tempo? chiese Cornelio.

— Quando saranno convinti che noi siamo fuggiti nell’interno, spero che spiegheranno le vele e che se ne andranno.

— E se si ostinano?

— Aspetteremo che si stanchino. Abbiamo viveri per due settimane e possiamo raddoppiarli, essendo quest’isola ricca di selvaggina e di piante da frutta.

— Vorrei tentare di sloggiarli a colpi di fucile, zio.

— Per attirarci addosso altri nemici? Chi mi dice che quei furfanti non hanno degli amici su questa costa?... Lasciamo che si stanchino, Cornelio, e vedrai che finiranno per andarsene. Rosicchiamo un biscotto e poi riposiamoci. A chi tocca il primo quarto di guardia?

— A me, disse il giovanotto. Potete dormire tranquilli; nessun pirata s’avvicinerà senza il mio permesso.

— Ti terrà compagnia Horn. Vedono meglio quattro occhi che due.

— Ed i miei sono ancora buoni disse il marinaio. A noi, signor Cornelio, voi a prua ed io a poppa.

Divorata la magra cena, il capitano, il pescatore ed Hans si coricarono in fondo alla scialuppa in attesa del loro quarto di guardia, mentre il marinaio e Cornelio si sedevano l’uno a prua per sorvegliare l’alto corso del fiume e l’altro a poppa, per non lasciarsi sorprendere dai pirati che dovevano venire dalla parte della foce.

Un silenzio quasi assoluto regnava sotto i boschi, i quali proiettavano sul fiume una cupa ombra; non si udivano che dei lievi ronzìi prodotti dagli insetti ed il lieve stormire delle fronde leggermente mosse da un venticello che veniva dal mare. Anche sul fiume non udivansi che dei mormorìi pro-