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148 capo xiv.


quei fitti boschi e s’accontentarono d’alcuni biscotti e d’una scatola di aringhe affumicate, alle quali aggiunsero alcuni durion, frutta squisitissime, grosse come la testa d’un uomo, armate esteriormente di spine assai acute, ma contenenti nell’interno dei semi avviluppati in una polpa bianca, delicata come una crema, ma che tramanda uno sgradevole odore di cacio marcio. Per chi non è abituato a quell’odore, riesce difficile il mangiare quelle frutta, ma quale squisitezza quando s’inghiottono!... Sono senza dubbio le migliori di tutte, superiori perfino agli ananas ed ai mangostani.

Alle quattro, non vedendo nulla di sospetto sulle due rive, e volendo frapporre una notevole distanza fra loro ed i pirati, che forse avevano ripreso l’inseguimento, ripartivano salendo il fiume il quale non accennava ancora a restringersi.

La loro corsa però non durò molto, poichè verso le sei, mentre le tenebre cominciavano ad addensarsi sotto i boschi e la marea a ridiscendere rapidamente, la scialuppa si arenava su di un banco di sabbia, situato quasi in mezzo al corso d’acqua.