Pagina:Salgari - I pescatori di trepang.djvu/139


lo stretto di torres 137


selvaggi malamente provvisti d’armi taglienti, era veramente ammirabile.

Come si disse, consisteva in due scialuppe accoppiate, formate da due grandi tronchi di cedro scavati con molta cura, lunghi dieci metri, armati a prua d’una specie di sperone pazientemente scolpito e colla poppa assai alta, che si prolungava come una specie di scala, simile ad un affusto degli antichi pezzi d’artiglieria.

Una specie di ponte li riuniva, coperto da una piccola tettoia di foglie sostenuta da una leggera armatura ed a prua ed a poppa si rizzavano due bizzarri alberi formati ognuno da tre bambù uniti alla cima ed allargati alla base, ma senza antenne, senza sartie, senza paterazzi, sprovviste insomma di qualunque corda.

Non erano del resto necessarie, poichè le vele dei marinai papuasi, non si spiegano dall’alto in basso, ma dal basso in alto e per eseguire questa manovra facile, basta una sola corda passata sulla cima dell’albero.

Quelle vele sono costruite con nervature di foglie intrecciate con una specie di lanuggine che si raccoglie sugli alberi sagù e misurano sei metri in lunghezza e due in larghezza ordinariamente, ma sono usate anche quelle di forma triangolare. Se il vento manca, si tengono arrotolate ai piedi degli alberi, se soffia si issano fino alla metà o fino alla cima, a seconda della violenza delle raffiche.

Un lungo remo che serve da timone ed un bilanciere formato da una tavola larga che poggia sull’acqua, trattenuta da bambù e che si mette a babordo od a tribordo, completano quei piccoli velieri.

Sul ponte della piroga più vicina si distinguevano alcuni uomini occupati nella manovra delle due vele e parecchi altri seduti nelle due imbarcazioni, i quali arrancavano con sovrumana energia.

Di quando in quando si udiva una voce che gridava: miro!... miro!... ma il capitano si guardava bene dal prestarvi fede. Quelle parole di “pace!... pace!...„ suonavano troppo male in bocca a quei selvaggi, i quali parevano pronti a piombare addosso alla scialuppa colle armi in mano.

Invece di fermarsi, il capitano, Cornelio, Horn ed il chinese avevano afferrati i remi ed arrancavano furiosamente. Hans si era messo alla barra del timone.